Totti e Perrotta spengono i fischi

24/04/2011 11:04

TUTTO FACILE -La Roma ha praticamente vinto nei quattro minuti iniziali perché in quel breve pe­riodo non solo ha segnato ma lanciato un chiaris­simo messaggio al Chievo: questa volta non ci sa­rebberostate amnesie, non ci sarebbero state leg­gerezze. La pressione nella metà campo dei ra­gazzi di Pioli è stata costante. E se è vero che il Chievo ha realizzato un ricco bottino di calci d’an­golo che possono far pensare a una prova robusta dal punto di vista offensivo, è anche vero che alla fine Doni ha tremato solo in un paio di occasioni (un tiro di Constant nel primo tempo alzato sulla traversa, una conclusione al volo di Pellissier nel secondo). L’ingresso in campo di Loria al posto dell’infortunato Juan ha probabilmente aggiunto qualche preoccupazione nella retroguardia giallo­rossa che sino a quel momento aveva lavorato con una certa compattezza e una discreta sicurezza. Ma se sulla sua strada la Roma non avesse trova­to un Sorrentino in ottime condizioni e un Vucinic in vena di regali pasquali, il punteggio finale sa­rebbe stato molto più largo come confermano il gol realizzato, l’altro annullato, il palo di Menez, la traversa di Sardo su conclusione di (nel corso di quell’azione Vucinic prima commette gio­co pericoloso provando la rovesciata poi, dopo il tiro di Perrotta respinto dal , può invoca­reil rigore per una trattenuta di Cesar).

GENEROSI -Se i compagni di reparto avessero avu­to la stessa rabbia di , probabilmente la con­tabilità delle occasioni sprecate non sarebbe così ricca e lunga. Un esempio? Nel primo tempo Tot­ti ha messo il montenegrino davanti a Sorrentino un paio di volte. Batterlo, in una prima occasione, non era complicatissimo ma Vucinic ha pratica­mente calciato il pallone sul piede del por­tiere in uscita. Pochi minuti dopo, altro splendido assist e conclusione ravvicinata spedita oltre la traversa (in questo caso, il tasso di difficoltà era superiore); e poi ancora sul finire del primo tem­po. La ripresa è stata un festival collettivo di er­rori. Da Vucinic (in un caso conclusione fuori da posizione comoda, in un altro deviazione di Sardo con la porta ormai sguarnita) a Brighi (anche in questo caso assist di , anche in questo caso il era l’unico avversario da superare, an­che in questo caso il pallone è stato spedito a la­to) a Juan ( bella girata di testa nel corso della quale il difensore si è probabilmente infortunato). E’ la spietatezza sotto porta a questa Roma che manca e la spietatezza è figlia della concentrazio­ne, della capacità di stare in campo non solo con le gambe (quelle ieri oggettivamente c’erano) ma anche con la testa. Però, un segnale positivo la squadra di Montella è riuscito a lanciarlo.