Troppo Totti, l’Udinese s’inchina

10/04/2011 11:40

INCEROTTATI - Ritmi bassi anche perché il confronto era tra due squadre stanche, incerottate. Gli ultimi cerotti, Guidolin, ad esempio, li ha sistemati poco pri­ma del fischio d’avvio cancellan­do repentinamente dalla distinta Sanchez spedito addirittura in tribuna. Un forfait non sorpren­dente perché il ragazzo ha un problema muscolare che poteva solo aggravarsi. Il tecnico friula­noha provato sino all’ultimo a recuperarlo, consapevole che in queste ultime partite la squadra si gioca il sogno e quello con la Roma era uno «scontro diretto». Obbligato a ri­nunciare a Inler per , Guidolin ha provato a toccare il meno possibile l’assetto ma alla fine si è dovuto arrendere al­l’evidenza. Insomma, quella di ieri sera non era la solita Udine­se, situazione che avrebbe dovu­to indurre la Roma a dare il me­glio di sé. Ma se la velocità dei friulani non è più quella di qual­che settimana fa, la velocità dei giallorossi è «bruciante». Se poi i « migliori » , quelli che dovreb­bero far fare il salto di qualità, come Vucinic, giocano con col­pevole sufficienza, allora il qua­dro è completo. E’ evidente che la presenza di Denis ha obbliga­to l’Udinese ad attaccare in ma­niera diversa e la difesa della Roma che sul dialogo stretto e veloce tra Sanchez e Di Natale sarebbe andata prevedibilmente in difficoltà, qualche vantaggio lo ha tratto ( l’argentino è stato più pericoloso davanti alla sua porta, sfiorando l’autogol e ob­bligando Handanovic a una com­plicata parata in angolo, che nel­l’area avversaria).

SVOLTA -Il rigore che con grande astuzia Pizarro ha conquistato al 12’ della ripresa è stata la vera svolta della gara. Avendo davan­ti un che in questa sta­gione ha parato quattro penalty, ha pensato di affidarsi alla sua classica « arma letale » : il cucchiaio. Da quel momento e per almeno mezz’ora, la Roma è parsa in grado di gestire il van­taggio e anche di incrementarlo ( salvataggio sulla linea di Do­mizzi su conclusione di testa di Juan). Guidolin non aveva a di­sposizione molte scelte in pan­chinama le poche le ha usate al meglio. Tanto per cominciare, ha rinunciato all’inconcludente Denis per Corradi, quindi ha buttato in campo il giovane Vy­dra rinunciando a Domizzi e al modulo di partenza per ricon­vertire in corsa la squadra al 4-4- 2 ( medesima trasformazione aveva, nel frattempo, subito la Roma). Corradi, con i suoi mu­scoli, con il suo maggiore dina­mismo, ha cominciato ad aprire spazi che Di Natale in una occa­sione ha sfruttato nel migliore dei modi. Sul pari la partita si è accesa. Damato ha giustamente annullato un gol di pugno di Asa­moah che, però, aveva subito una spinta da Perrotta. Il pari sembrava l’inevitabile conclu­sione di una gara in cui tutte e due le squadre si stavano proiet­tando verso la fine decisamente stremate. Il colpo di classe e d’orgoglio di ha consentito alla squadra di non buttare alle ortiche l’ultima chance di quali­ficazione . Il successo può dare morale ma la Roma de­ve assolutamente recuperare qualche energia perché 6 partite sono ancora tante e per raggiun­gere l’obiettivo deve produrre uno sprint non di poco conto. L’Udinese ha pagato i troppi in­fortuni (a parte Sanchez, ieri Di Natale e Isla sono scesi in campo acciaccati) e lo stress di una lun­ga striscia di risultati positivi che ha portato la squadra a iner­picarsi sino al quarto posto (og­gi la Lazio può sorpassarla), uno stress che è emerso chiaramen­te alla fine quando Di Natale ha platealmente litigato con un compagno (Angella), colpendolo pure. In queste condizioni, pre­vale normalmente la squadra più abituata a certe situazioni agoni­stiche. E ieri, al Friuli, la regola ha avuto una ulteriore conferma.