17/05/2011 11:43
così oltre i 90 minuti la sfida. Il Divino si è emozionato, non ha retto alla soddisfazione di aver portato al successo la società con la quale mosse i primi sublimi passi da calciatore, dal 1973 al 1979, subito prima di venire in Italia e illuminare la maglia giallorossa con la sua saggezza e sagacia tattica.
Erano 17 anni che Falcao non sedeva su una panchina, lultima volta fu con la nazionale Giapponese, spesso ricovero felice di tanti ex campioni brasiliani. Poi un lungo periodo di vacanza, tra commenti televisivi e comparsate allOlimpico dove il pubblico romanista lo ha sempre accolto con grandissimo affetto. Il 10 aprile scorso, però, da Porto Alegre è arrivata la chiamata più attesa, dopo 31 anni da quando aveva preso il volo dalla sua terra natìa; subito una delusione il 4 maggio, con leliminazione dalla Coppa Libertadores per mano del Penarol. Ma lamarezza di quel giorno è stata subito spazzata via: «Il titolo vinto con lInternacional, la squadra dove sono cresciuto- ha dichiarato Falcao a Globoesporte - , in traferta, con la storia gloriosa del Gremio, è differente per me. Vincere un titolo con lInternacional, è qualcosa che non so spiegare. Sono andato in bagno, ho parlato con me stesso, ho parlato con chi non è più con noi, ho pensato a mio padre e mia madre, ho pensato alla mia famiglia».
Il Divino pensa ai tifosi, quelli che un tempo lo acclamarono da giocatore e adesso da allenatore: «Sono contento per i tifosi dellInternacional, perché hanno creduto in me continua lex numero 5 giallorosso - , perché è un risultato importante. Sono state due partite straordinarie tra Gremio e Internacional, con due squadre che hanno sempre cercato di vincere. Abbiamo battuto un avversario molto capace. Questo titolo va ai tifosi, ci hanno creduto. E a loro che dedichiamo questa vittoria». Due partite incredibili, soprattutto quella dandata in casa dellInternacional, finita 2-3 per gli altri, nelle fila dei quali Junior Viscosa sigla il 3-2 definitivo a tre minuti dal triplice fischio, ma divorandosi altre due nitide occasioni che, quasi sicuramente, oggi
farebbero scrivere ben altro. E questo titolo, per lex numero 5 giallorosso, assume un sapore ancora più
buono avendo superato un altro ex romanista, sicuramente meno glorioso, come Renato Portaluppi. Lui alla Roma arrivò qualche anno dopo Falcao, ci rimase solo un anno, non vinse nulla e non lasciò un gran segno: era scritto nel Libro del Calcio che il Divino lo battesse. Non poteva essere altrimenti