Eto’o-Borriello, l’Inter in finale

12/05/2011 09:48

Il primo tempo si è risolto in un lun­go, estenuante, inutile palleggio che ha portato a zero gol e zero parate (vere) dei due portieri brasiliani. L’Inter ha pensato a occupare gli spazi, la Roma ha cercato di avanzare con la palla al pie­de, attraverso uno scambio continuo, a tratti anche bello a vedersi e perfino ef­ficace, ma solo fino al limite dell’area interista. Lì si fermava. non è uti­le (indispensabile) alla Roma solo per­chè è il giocatore italiano di maggior classe, ma anche perchè dà alla squadra (e non all’avversario) un riferimento che non ha più senza di lui. Non può es­serlo certo Menez, il cui unico scopo nella partita è stato quello di mostrare una bravura fine a se stessa: il francesi­no ha cominciato a perdere la palla al primo minuto e ha finito solo quando è uscito.

ZERO SPUNTI - Era una partita morbida e vuota. Poteva accendersi solo al 13' quando la Roma si è davvero avvicina­ta al gol con uno scambio strettissimo fra Borriello e Menez e concluso con una mezza girata di uscita di molto poco. Montella aveva ritoccato l’assetto, portando Perrotta sulla linea di centrocampo, accanto a Pizarro e , ma anche la variazione tattica non dava risultati. Il ritmo era così bas­so che non c’era verso di farsi fregare. Sarebbe toccato alla Roma aumentare la velocità, raschiare in fondo al suo ba­rile le ultime gocce di brillantezza, nel tentativo di far saltare una linea difen­siva compatta ma soprattutto mai insi­diata dall’attacco romanista.

LA ZAMPATA DI ETO’O - Non avendo molte risorse in panchina, quando Pizarro si è fermato alla fine del primo tempo Mon­tella ha messo dentro Greco e spostato (che stava soffrendo per un colpo al fianco) al centro del trio. Greco è andato a sinistra, per occuparsi anche di e l’ha fatto bene. La seconda mossa di Montella (all’11') è stata quel­la di Vucinic al posto di Simplicio, che stava dando un po’ d’ordine al poco gio­co della Roma, mentre Menez era anco­ra fuori partita. Forse Montella sentiva che di lì a poco avrebbe preso il gol e che avrebbe avuto ancora più bisogno di un’altra punta. Il gol dell’Inter è arriva­to al 13': cross di Kharja da destra, pal­la smorzata con la pancia e con la mano da Perrotta, l’ha agganciata Eto’o che l’ha piazzata di interno sul palo lontano. Come se giocasse a biliardo, ha mirato la buca e lì ci ha fatto ruzzolare la palla. Questi sono i gol alla Eto’o. In tutto ne ha segnati 34 ed ha raggiunto un altro mito della storia dell’Inter, Ro­naldo, autore dello stesso numero di re­ti nel 97-98. Adesso punta Angelillo: gli mancano 4 gol.

UN ALTRO PALO-PALO - La rete del cameru­nense ha avuto il merito di interrompe­re la prima inutile partita e farne inizia­re una nuova, nella quale Doni (grande intervento su Pazzini) e Julio Cesar (lo stesso su Borriello) sono finalmente en­trati sulla scena. Doni è stato decisivo anche una seconda volta, su Milito, non abboccando alla sua finta in piena area, dopo la centesima palla persa da Menez e un lancio immediato di Zanetti. Julio Cesar, invece, è stato salvato da un pa­lo- palo centrato da Borriello su tocco di Vucinic. Come Ibrahimovic il giorno prima a Palermo.

Borriello, liberato da Menez, ha con­tinuato a colpire e al 39' ha segnato il pareggio. Cross di Perrotta, testa in... pallonetto (Lucio ha sbagliato lo stacco) dell’ex milanista e 1-1. L’Inter si era adagiata da un pezzo e aveva lasciato spazi inspiegabili alla Roma. Il finale si è incendiato (quattro espulsi dalla pan­china della Roma), Juan ha steso Milito in area, era rigore ma Orsato era lonta­no. Ultima azione, Doni era in area del­l’Inter ed è saltato per colpire di testa, ma è stato anticipato dal suo collega.