Mi manda Guardiola

26/05/2011 11:03

Dopo una carriera fantastica da calciatore - campione olimpico con la Spagna nel 1992, tra Real Madrid e ha vinto tre scudetti spagnoli, tre coppe del Re, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea fino a entrare nei top 100 Fifa - si è dedicato al triathlon e alla maratona per poi tornare al calcio. Ha iniziato a fare l’allenatore tre anni fa, prendendo il posto di Guardiola nel B. Ovvero la seconda squadra dei «blaugrana» dove militano i giovani ma, a differenza della Primavera italiana, impegnata nelle serie inferiori dei «grandi». L’anno scorso ha riportato i ragazzi blaugrana nella Secunda Division, la nostra serie B, dove ha chiuso l’attuale stagione al quarto posto. Ma più che i risultati - il B non può essere promosso in Liga né partecipare alla Coppa del Re - a Luis Enrique interessa preparare i giovani della «cantera» al grande salto e, soprattutto, rubare i segreti del mestiere al suo fraterno amico Guardiola, di un anno più giovane di lui.

Fu proprio Pep a convincerlo a preferire la panchina del B a quella dell’Under 21 spagnola che gli era stata offerta da Del Bosque. In questi anni ha abituato i suoi ragazzi a giocare nel di stampo guardioliano e ne ha lanciato diversi: su tutti i difensori Fontas e Muniesa e il centrocampista Thiago Alcantara. Ora il tecnico si sente pronto per il suo personale salto. Ha il contratto in scadenza, pochi giorni stava per firmare con l’Atletico Madrid. Ma tutto all’improvviso è saltato: qui gatta ci cova. L'altro ieri un contatto tra Luis Enrique e gli uomini che stanno costruendo il futuro giallorosso ha trasformato un’idea in una soluzione concreta. È stato proprio Guardiola a suggerire a Baldini di puntare sul suo «discepolo». I contatti tra il futuro romanista e il tecnico del sono molto frequenti. E siccome i tempi per ritrovarsi uno a fianco all’altro a Trigoria non sono ancora maturi, ecco la pensata comune: affidare la Roma a un Guardiola-bis.

Un po’ come ha fatto il Porto quando ha scelto Villas Boas, lo Special Two di estrazione mourinhana, che non a caso era la seconda scelta di Baldini. Luis Enrique è in corsa e quasi tutte le sue caratteristiche corrispondo all’identikit stilato dalla nuova proprietà americana, compresi i parametri economici. Il grande interrogativo è legato all’esperienza pari a zero a grandi livelli. Per altri tre-quattro giorni verranno tenute in piedi le altre candidature. Deschamps è l’alternativa più forte a Luis Enrique, parecchio staccato Bielsa, incontrato da in Argentina. Poi c’è Montella che al momento è ancora l’allenatore della Roma e quindi va tenuto in considerazione a prescindere. L’Aeroplanino ha parlato con i nuovi dirigenti ma sue chanche di permanenza sono prossime allo zero, come quelle di , Pioli e Rossi. Inanto Baldini a Londra ha incontrato Pallotta e due collaboratori dell’americano (Robert Livingstone Mortimer e William Sean Barror) che lavoreranno per la società giallorossa: si sono piaciuti molto e in comune hanno la voglia di rivoluzionare la Roma. A Trigoria si parla già straniero. Inglese, ma anche spagnolo.