12/05/2011 10:53
A conferma che le partite ad eliminazione diretta sono spesso spietate, ma bellissime, perché non finiscono mai, la ripresa è stata emozionante e pieno di colpi di scena. Ad accenderla ha provveduto il gol n. 34 di Etoo, lo stesso numero di reti segnate da Ronaldo nella stagione 97- 98, un colpo di biliardo, su una respinta imperfetta di Perrotta (13), dopoché era appena entrato Vucinic per dare più forza allattacco giallorosso. Un premio per il camerunense, che anche questa volta ha corso per due e ha fatto anche il terzino. Sembrava che la squadra di Leonardo, senza Sneijder e Stankovic (più Ranocchia squalificato), potesse tenere bene in mano la partita, al punto da andare vicino al raddoppio con Pazzini, nitida palla-gol con respinta di Doni in angolo (21). Qui la Roma ha cancellato qualsiasi paura e anche rischiando le ripartenze nerazzurre, si è spinta in avanti, creando una buona occasione con Borriello, ma è stata ancora lInter a produrre unaltra occasione con Milito ancora con una paratona di Doni (27), in una partita senza più freni, visto che nessuno voleva saperne di andare fuori.
La Roma ha intensificato la pressione e al 31 si è ripetuta una situazione già vista l 11 maggio 94, nella finale di ritorno di Coppa Uefa con il Salisburgo: stessa porta e doppio palo, colpito da Borriello. Ma nemmeno questo evento ha frenato la Roma, con lInter che ha cercato in ogni modo di replicare, tenendo sotto pressione i giallorossi, ma esponendosi anche alle volate romaniste. E così è arrivato il gol che ha rimesso in gioco la Roma: colpo di testa di Borriello (39), per mettere il pepe sulla coda della partita, che si è innervosita (tensione fra Milito e Burdisso), ma che non ha offerto altre nitide occasioni: al massimo si è visto qualche salvataggio in acrobazia in mezzo allarea interista e un intervento di Juan su Milito che può far pensare al rigore.
Così Leonardo ha tagliato il secondo traguardo significativo della sua gestione, dopo le parole di Moratti, che dopo averlo voluto fortissimamente allInter, lo ha riconfermato per la decima volta nellultimo mese («lui fa parte del nostro progetto» ): dopo il posto in Champions League senza passare dai preliminari (a gennaio non cerano certezze), la finale di Coppa Italia. Per ora due traguardi volanti, il 29 maggio (senza Maicon squalificato) può arrivare il primo trofeo della sua carriera di allenatore. Non male per uno che sta in panchina da un anno e mezzo.