Pallotta: «I soldi? Noi ce li abbiamo i soldi»

22/05/2011 12:27

Almeno ieri, tutto ha fatto James Pallotta tranne che lavorare. E’ sbarcato intorno alle 7,30 a Ciampino con il suo jet privato, che pare sia decollato da Boston. Poi è stato accompagnato dalle guardie del corpo all’Hotel de Russie, a due passi da piazza di Spagna.

Non è stata una scelta casuale: è lo stesso albergo dove aveva alloggiato tre anni fa con tutta la famiglia, mamma e sorelle comprese.

Si parlava di incontri in programma con Carlo Feliziani e Cristina Mazzoleni, responsabili, rispettivamente, di biglietteria e pianificazione e controllo della Roma. Macché.

Pallotta, almeno per 24 ore, si comporta da perfetto turista. In camicia e occhiali da sole, attraversa il cuore della Capitale, passa anche per Campo de’ Fiori. E’ seguito da uno sciame di parenti, una decina, americani. Verso mezzogiorno fa loro il primo regalo.

Li porta al Roma Store di piazza Cairoli e compra per tutti del materiale sportivo giallorosso. Poi vanno a pranzo. Ma dove può andare a mangiare a Roma un facoltoso imprenditore a stelle e strisce, uno che con i fondi di investimento ha guadagnato centinaia di milioni di euro? In una trattoria? Acqua, acqua.

Pallotta opta per l’elegante ed esclusiva cornice della Casina Valadier. Da lassù, dal Pincio, non si vede solo Roma, il Tevere, San Pietro. Si respirano i sentimenti, si carpiscono gli umori, si sente battere il cuore di una à che attendeva da mesi una ventata di novità. E la novità eccola. Profuma di dollari. Dollari che non mancano a Pallotta. Mister James vorrebbe saldare il conto di 900 euro, ma viene fermato da uno dei commensali. Che paga per tutta la tavolata.


Terminato verso le 15 il pranzo, il finanziere fa una giocata alla : esce dal ristorante prima dei parenti per attirare su di sé cronisti e fotografi.


I familiari sgusciano via, ma uno di loro racconta al Romanista: «Pallotta è mio zio acquisito». Poi solleva la gamba sinistra e ci mostra le scarpe. Sono griffate As Roma. «Guardi cosa ci ha regalato», dice. Ma cosa sta provando “zio” James a essere uno dei nuovi proprietari del club? «He’s very excited, è eccitatissimo». Tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Pallotta rivela di provarle: «Perché sono a Roma? Perché io amo Roma». Sorridendo, esclama un paio di «forza Roma! ». Mister Celtics conferma poi di voler andare questa sera all’Olimpico («sì, ci sarò»). In realtà, si sta ancora valutando se la sua presenza sia opportuna o meno. Quando gli viene chiesto se la mancata partecipazione della Roma alla prossima sia un problema per le casse della nuova società, Pallotta sembra non capire il senso della domanda. «I soldi? Noi abbiamo i soldi», risponde con tono sicuro. E gli acquisti? La Roma chi prenderà? «Potete chiedere a Mr DiBenedetto. Alla fine del campionato e dopo la finale di , tra sette giorni, saprete tutto e sarete felici». Oggi, Mister Celtics è atteso da un’altra giornata di puro relax. Se dovesse andare all’Olimpico, ripartirà però subito dopo. Nella notte il suo jet lo porterà a Londra, dove lunedì incontrerà Franco Baldini, il futuro della Roma. Quanto a DiBenedetto, ben presto lo rivedremo nella Capitale. Entro venerdì, l’Antitrust benedirà l’operazione di acquisto della società. La settimana successiva si passerà alle firme del contratto definitivo di compravendita. Solo allora, nella fase finale della procedura, quella che gli avvocati chiamano il “closing”, arriverà mister Tom.

Arriverà per comandare la Roma. «Dopo la finale di saprete tutto e sarete felici», promette Pallotta. Che una volta promise pure che i Celtics, in cinque anni, sarebbero tornati a vincere il titolo NBA. Sapete com’è andata? Ha vinto al quinto anno. Ha rispettato la tabella di marcia. Ha mantenuto la promessa.