06/05/2011 12:14
Nella Capitale, messo alle spalle il 1˚ maggio vissuto tra sacro (beatificazione di Papa Wojtyla) e profano (concertonediSanGiovanni), non si parla daltro. Lazio e Roma giocano a distanza il 4˚ derby stagionale (i tre sul campo li hanno vinti tutti i giallorossi) per un piazzamento nellEuropa più prestigiosa chevale almeno 25 milioni e che può determinare in positivo strategie, programmi e investimenti per la prossima annata. «Vogliono portare la Roma in Champions», il costante tam tam biancoceleste che rimbalza sul web e nelletere capitolino ormai da settimane. Cè chi avanza sospetti di presunti interventi ad alto livello, magari - è il pour parler più diffuso - della banca Unicredit che ha appena concluso loperazione di vendita del club alla cordata Usa di Di Benedetto. Chiacchiere da bar dello sport, ma che contribuiscono adalimentare il fuoco delle polemiche in un clima già reso incandescente dalle parole pesanti del patron Lotito, che ha addirittura invocato «il tintinnio di manette dellepoca di Tangentopoli».
E se la Roma si dice indignata dallattacco frontale («chi pensa che siamo stati aiutati a Bari, sbaglia, vogliono metterci gli arbitri contro», la replica del direttore operativo giallorosso Montali) la designazione di Morganti per il Roma-Milan di domani sera riaccende la lampadina delle polemiche. Il fischietto ascolano, al suo ultimo big match prima della fine della carriera (niente più proroghe), fa tornare alla mente il derby capitolino del 7 novembre 2010 - ultimo incrocio dellarbitro con i giallorossi - che tanto fece arrabbiare giocatori e club biancocelesti. Inevitabili i commenti al vetriolo deitifosi di fede laziale. «Quando arbitro fischia, è rigore per la Roma», così qualcuno ha rivisitato ironicamente il vecchio motto di Boskov facendo riferimentoai 13 penalty (11realizzati) concessi ai giallorossi nel corso di questo campionato.
I numerosi tiri dal dischetto, che per la quinta volta negli ultimi 8 tornei pongono la Roma al vertice della speciale classifica, non sono passati inosservati nemmeno ai bookmakers. Tanto che la Bet ha deciso di «quotare» a 1,80 la possibilità che il club capitolino alimenti il suo borsino di rigori, mentre si vincerà il doppio di ciò che si punta se nessun giallorosso calcerà più dagli undici metri.
Ma domani sera - coincidenza che non è passata inosservata dalle parti di Milanello - allOlimpico anche il rientrante Zlatan Ibrahimovic incrocerà Morganti. Fu proprio lui ad estrarre il cartellino rosso durante Fiorentina-Milan del 10 aprile scorso checostòallo svedese tre turni di squalifica. E un altro faccia a faccia tra il fischietto elattaccante rossonero con annessa espulsione, informaAgipronews, vale 25volte la scommessa sulla lavagna dei bookies esteri.
Questo particolare non basta per «tranquillizzare» i tifosi della Lazio, ormai convinti di un presunto disegno che porti i cugini dritti dritti al quarto posto. Di contro a Trigoria fanno notare la stangata - figlia anche del referto arbitrale di Russo - inflitta a De Rossi e Perrotta per quanto accaduto domenica sera al San Nicola (prevista la prima, più sorprendente la seconda per la severità della squalifica): entrambi, se il ricorso non sarà accettato, potrebbero aver già concluso la stagione.
E nella dietrologia del calcio - sport diffuso nel nostro paese - in molti iniziano ad accostare il Roma-Milan di domani a quel Lazio-Inter di un anno fa, quando i biancocelesti - spinti anche dal pubblico contro - fecero strada ai nerazzurri impegnati nel testa a testa scudetto conil club di Trigoria. «Gli hanno dato Mexes, sono società amiche e il Milan vuole festeggiare lo scudetto in casa la prossima settimana, quindi non opporrà grande resistenza...», il leit motiv dei commenti dei tifosi antiromanisti. E se i rossoneri decidessero invece di brindare già allOlimpico? «Prendiamoci il punto a Roma, poi anche la Coppa (Italia, ndr) », il grido di battaglia di Flamini.