Totti magie e applausi. E il diavolo già trema

06/05/2011 11:41

IL ROMANISTA (R. SMITT) - 
comincia a sentire Milan nell’aria. Quando lo incontra carica lo scarpino, si lustra il collo del piede, si prepara il profilo e poi via. Gol, gol e gol. Gol a Milan per il 3-2 che vale l’Europa League, gol e ancora gol per una doppietta che ti fa vincere al Meazza rossonero dopo vent’anni e gol, tre volte gol, su punizione ad Abbiati, una tirata dalla luna, per una Coppa rimasta fuori dalla bacheca immalinconita lontana dalle mani di quel . E gol con lo scudetto sul petto all’Olimpico quando con quell’1-0 (bastò per tutto quel suo tocco) la Roma campione tornava prima in classifica. E poi gol anche quando perdi nella stagione tricolore (anche lì una doppietta a significare l’onore) e ancora mille altri colpi, a cominciare dal primo gol al Milan che "neanche Pelé, neanche Maradona, neanche Di Stefano... El Bimbo de Oro". E’ . Era l’ottobre del 1996, proprio una sera all’Olimpico di quindici anni fa contro il Milan: da quel momento non ha più smesso di segnargli. Sarà che sente il brusio dell’avvicinamento al Milan che ieri a Trigoria ha fatto quel gol, di sinistro a giro, dopo uno stop sul lato del campo, prima di uno sguardo con gli occhi che s’assottigliano come quelli di un serpente e quel pallone sibilando verso il secondo palo destinato naturalmente a casa sua. Gol.

E se riesci a far applaudire tutti anche in allenamento al , porte aperte alla stampa, vuol dire che sei il Re. Il Re e il Diavolo. Un bel titolaccio fantasy o horror. Però va bene. e il Milan è una storia dentro mille storie iniziate tanti anni fa. Proprio all’inizio, addirittura prima del . Al c’era una volta... Un ragazzino che stupiva tutti sulla spiaggia di Torvajanica col Santos che era più grosso di lui, e sotto casa tra la scuola Manzoni e il garage al 18 di via Vetulonia. E’ a quel tempo, più o meno, che qualche osservatore del Milan vide che quel principino sarebbe sicuramente diventato Re. Quando si stava per concretizzare questo fattaccio brutto non troppo lontano da via Merulana, aveva 14 anni e un cuore per niente pieno di paura. Questo è un racconto fatto una volta da Stefano Caira, per la famiglia soprattutto un amico: "Quando Francesco stava alla Lodigiani c’era un mezzo accordo col Milan che parlò con la famiglia. Mi chiamò Fiorella e mi disse: "Stefano ci offrono veramente un sacco di soldi...".Ma se Francesco fosse andato via, entro Natale sarebbe tornato magari senza più voglia di giocare. I soldi erano l’ultima cosa. Mi ricordo quando firmò il primo contratto, erano i primi soldi e lui si mise a giocare alla Play con i miei figli, questo è Francesco". Questo è Francesco per nascita e diritto naturale . The King of Rome. Perché un Re è per nascita Re del suo popolo, non di un altro. Non è mai potuto essere stato altrimenti.

Il Re di Milano suona male, sa di filmaccio trash, uno di quelli che piacciono a Tarantino. Però loro - il Milan – ci hanno sempre provato a portare da quelle parti. Una volta fu quasi l’incoscio collettivo a parlare: un torneo estivo, qualcosa per Canale5 e che esce prima dalla fine ricoperto dagli applausi di San Siro. E poi chi se lo scorda quel labiale fra Berlusconi e Galliani: "Ci vorrebbe ". Ci vorrebbe. Ecco: è lo splendido condizionale del presidente dei presidenti. è quello che Berlusconi non ha mai avuto. è il Re. Berlusconi ha sempre sognato di esserlo. Una volta proprio ci scherzò. Pesantemente. Era l’8 giugno 2003, a Helsinki (in Finlandia, dove è un nome di battesimo): "Berlusconi quando avevo 14 anni mi voleva portare al Milan e poteva diventare il mio presidente. O potrebbe...". Era la fine di una conferenza- . Uscendo dalla sala stampa salutò i giornalisti dicendo loro: "Tanto il titolo ce l’avete no?...". Giusto un titolo, di un altro film impossibile. Il Re dietro le quinte confidò subito a chi stava con lui che era una provocazione ("vedrai che casino esce fuori adesso...") per scuotere un ambiente, una società e un futuro che apparivano statici, consumati, fermi. Così la Roma fece una grande campagna acquisti e si giocò lo scudetto proprio contro il Milan. E il Milan quella volta divenne campione proprio contro la Roma. Un Re queste cose le concede una volta sola.