25/05/2011 10:48
E successo anche a lei, quando doveva andare alla Juve.
«Poi non se ne fece nulla, ora mi sento troppo vecchio per fare lallenatore. Forse mi vedo di più nelle vesti di dirigente».
Vialli, perché è così difficile lasciare lInghilterra?
«Perché è un posto meraviglioso, perché a Londra si lavora e si vive bene. La gente ha rispetto per tutti, anche per chi è famoso. Chi è abituato allItalia, va lì e apprezza subito questo aspetto».
La qualità della vita è importante.
«E Carlo è uno che certe cose le sa valutare. Si lavora con serenità. Ti chiedono impegno, risultati, e se non arrivi a tagliare i traguardi, non ti considerano un idiota».
Anche lì se non vinci, ti cacciano.
«Ma nessuno ti toglie il rispetto. Del resto, se alleni grandi squadre come Chelsea, Barça e Real, non ti puoi permettere una stagione normale, devi sempre fare qualcosa di speciale. Ci sta essere esonerati».
E ora non è facile dire di no alla Roma?
«I sentimenti possono avere il loro peso. Lui a Roma è amato e ama la città, a cui da sempre è legato. Poi però ci sono tutte le cose che abbiamo detto».
Tanta roba in effetti.
«In più in Inghilterra non ci sono polemiche e sospetti sui finali di stagione. Tutti fanno il loro dovere».
Torniamo ad Ancelotti: secondo lei alla fine cosa deciderà?
«Non escludo che si prenda una pausa di riflessione».
Si dice: Carlo non verrebbe a Roma perché la Roma non sarà subito una grande squadra.
«Non credo. Lui è uno che sa vincere subito e sa costruire con i giovani. Non avrebbe problemi in questo senso».
La Champions però non ci sarà.
«Può anche non pesare visto che si tratta di Roma e della Roma».
Una domanda personale: lei ha fatto pace con Roma?
«Cè stato un periodo in cui non potevo avvicinarmi, prendevo insulti da tutti i romanisti».
E come mai?
«Due motivi. Il primo: per il processo sul doping. Il secondo: mi collegavano a Sky che, per la questione dei diritti tv, dava più soldi alla Juve rispetto alla Roma. Mi dispiaceva molto».
E pensare che poteva venire alla Roma.
«Da allenatore, è vero. Ricevetti una telefonata. Ma non era il momento giusto». Correva la stagione 2004-2005, di allenatori quellanno la Roma ne cambiò molti.