Enrique arriva a Roma e trova l’America ma non gli americani

08/06/2011 11:13

Luis Enrique Martinez , 41 anni, ex allenatore del B che ha portato al suo miglior risultato (terzo posto e miglior attacco) ha ottenuto quello che voleva: contratto da un milione e 600 mila euro più i premi, staff di cinque persone a sua disposizione (il collaboratore personale Ivan De la Pena, ex Lazio; il vice Joan Barbarà; il José Ramon Callen; il «tattico» Isidoro Ramon; un addetto allo scouting), l’assicurazione di poter concordare parte della campagna acquisti con . Su un solo punto è venuto incontro alla Roma: voleva un contratto annuale con opzione, ne ha firmato uno biennale. È una svolta pratica, perché la Roma potrà costruire la nuova squadra, ma lo è anche come filosofia di gioco e di immagine: non potendo arrivare a Guardiola o Villas Boas, la Roma ha scelto un tecnico giovane, preparato e che sviluppa un calcio molto offensivo. La firma arriverà oggi, magari via fax. È probabile un viaggio romano di Luis Enrique per domani o dopodomani: deve discutere calciomercato, ritiro precampionato (che l’asturiano vorrebbe lungo), amichevoli e strutture a Trigoria. Possibile, nei prossimi giorni, anche un blitz di Franco Baldini, che da ottobre assumerà la carica di vicepresidente. I cattivi risultati della nazionale inglese, però, lo tengono nel mirino dei tabloid.

Chissà se è il caso di farsi vedere interessato più al futuro che al presente. I primi tasselli sono così andati a posto, ma la bufera sul calcioscommesse non è passata inosservata da parte di chi, a breve, dovrà mettere le firme per l’acquisto della società, cioè la cordata bostoniana capeggiata da Thomas DiBenedetto e James Pallotta. Tutto si potevano aspettare i businessmen americani tranne che un nuovo scandalo. Hanno accettato una squadra fuori dalla , hanno fatto buon viso a cattivo gioco per le lungaggini burocratiche che hanno bloccato il loro arrivo (solo a fine mese il Cda di UniCredit delibererà il finanziamento di 30 milioni più i 10 di Roma 2000 verso Neep Roma Holding, la società partecipata con DiBenedetto).

Dopo aver aspettato tanto (o troppo?) adesso potrebbero essere gli americani a non avere fretta. Come dar loro torto quando la Procura Federale sarà comunque obbligata ad aprire un’inchiesta? La fiducia che tutto si risolva per il meglio c’è, ma non è quantificabile. E non si può dare un prezzo a una situazione che potrebbe avere due esiti molto molto differenti tra di loro.