11/06/2011 11:06
Ieri Luis Enrique è stato a Trigoria con il suo staff al completo, ha incontrato Totti, ha definito parte del programma e ha firmato un biennale senza clausole rescissorie. Atteggiamento «Devo parlare con tutti i calciatori, per capire se vorranno essere peones o protagonisti. Qui non ci sono macerie, ma c'è stata una staticità che non giova. Non voglio titolari e riserve, voglio competitività» . Pastore «Non mollo la presa, aspetto che Zamparini cali il prezzo, anche se penso che non vorrà darlo a me. Comunque, sono sul giocatore. Non vi dico del budget perché altrimenti vi mando in depressione. Se dico che il budget è di 80 milioni e Pastore costa 60, che facciamo? Il budget ce lo costruiamo giornalmente, cercando di pescare e vendere alle migliori condizioni. Lamela? Mi piace, cercherò di portarlo qui» . Vucinic Menez Borriello «Vucinic è un grande giocatore, ma Kranjcar, il c. t. montenegrino, mi ha parlato di un suo problema: riguarda la collocazione tattica, ma il modulo lo determina il tecnico. Il disagio di Menez si è palesato spesso. Esalta la gente e i giocatori forti rimarranno tutti. Ma solo se accetteranno i presupposti offerti dalla società. Borriello è un problema, perché è forte ma ha vissuto una fase esaltante e una fase depressa. Devo capire a quali condizioni vuole essere un giocatore della Roma» .
Totti «È il progetto tecnico della Roma. Intorno a lui sarà modellata la Roma. Totti è come la luce sui tetti di Roma a primavera inoltrata. Poi starà a lui capire quando dovrà esserci e quando sarà il caso che ci sia qualcun altro. Dovrà costruire il futuro di questa società» . De Rossi «Dobbiamo seguire un percorso virtuoso, ma DiBenedetto qualche deroga sui rinnovi me lha già concessa. Io non voglio che De Rossi sia sotto pressione per il contratto. Lui è motivato dalla Roma, troveremo un accordo. Se no farà l'ultima stagione alla Roma e la farà benissimo» . Primavera «Primavera e Allievi entrano sotto il controllo di Enrique. Si determinerà una sorta di osmosi più facile da realizzare» . C'è tanto lavoro da fare, ma il lavoro è già cominciato.