15/06/2011 10:39
«Mi sono reso conto della grandezza di questo club gia prima di arrivare qui, ma quando sono entrato a Trigoria ho percepito ancora di più questa grandezza e le speranze che ha non solo il club, ma tutti i tifosi di raggiungere dei buoni risultati, dei grandi risultati». Un attacco consueto per un allenatore che sta iniziando una nuova avventura, ma in questa Roma formato-Barça, Luis Enrique vuole fare ancora di più. «Mi hanno scelto perché questo club cercava un allenatore giovane, diverso, che non conosce il calcio italiano, ma con lambizione e la voglia di fare cose positive. Ringrazio la dirigenza per la fiducia, perché non è facile nel calcio moderno credere in un allenatore che non ha una gran curriculum e un gran prestigio alle spalle. Ma alcuni anni fa il Barcellona ha puntato su Guardiola e la situazione è cambiata».
Pochi dubbi su che Roma sarà la prima targata Luis Enrique. «Parto da un calcio offensivo, da un gioco di squadra che voglio portare qui nel calcio italiano e sopratutto voglio che la gente veda una squadra che gioca sempre per vincere e che attacca fin dal primo minuto». Questione di carattere, una squadra a sua immagine somiglianza. «È fondamentale che un allentare trasmetta il suo carattere e la sua personalità al gruppo. Prima di tutto però voglio trasmettere la voglia di giocare, la voglia di fare un calcio offensivo, voglio che facciamo nostro il possesso palla e creiamo più opportunità da rete dellavversario. Per fare questo è importante che ci sia da parte di tutti un lavoro costante, una forte dedizione, professionalità, ma sopratutto grande volontà. Lobiettivo è che i tifosi siano orgogliosi della propria squadra». E poco importa il modulo. «Lo adatterò ai giocatori che avrò a disposizione, quello che non cambierò mai sarà lidea di entrare in campo per vincere e non solo allOlimpico. Questa è la mia idea, il mio progetto».
Quindi passa al capitolo Totti: per qualcuno in passato un problema, per lui una risorsa inestimabile. «Lui è una leggenda, un re e non solo a Roma, ma in tutto il mondo. Francesco Totti è un calciatore unico, ho avuto lopportunità di conoscerlo ed è un piacere poter contare su giocatori del calibro di Francesco, De Rossi e Perrotta. Sono calciatori che hanno significato molto per la storia di questa squadra e devono essere da esempio per i giovani che sono già qui e per quelli che potranno venire. Vucinic? Mi piacciono tutti i giocatori forti, più giocatori bravi ci sono, meglio è. Limportante è avere fame». Lui di fame ne ha eccome, definito un uomo dacciaio per la sua passione per gli sport di resistenza e una condizione fisica da far invidia ai giocatori stessi. «Ho partecipato a tre Iron man, ho fatto molti sport di resistenza e sto bene, mi sento in forma, però mi piace molto di più il calcio, quello che fa spettacolo. Per arrivare a questo, serve lavorare molto, bisogna allenarsi bene e vivere il lavoro di calciatore come qualcosa di speciale». Una promessa? «Parlare poco, fare tanto e... Forza Roma!».