10/07/2011 11:14
Unoasi di pace come prima residenza romana, insomma: il Mancini Park Hotel Quadrifoglio, incastonato a metà strada tra la città e il mare, a un passo dalla Pontina. Erik e il papà Josè hanno trascorso gli ultimi due giorni allinterno della struttura, rimanendo sempre distanti dagli occhi dei curiosi: hanno solamente ricevuto le visite del dirigente giallorosso Tonino Tempestilli e di alcuni componenti del clan del ragazzo. «Non possiamo parlare perché la Roma non vuole», ha ripetuto mille volte Josè Lamela.
Il figlio ha ingannato lattesa con il nuoto, e scrivendo dei messaggi attraverso i social network. Cè stato pure il tempo di firmare autografi a qualche cliente dellalbergo. Niente di più, però. Lamela ieri ha vissuto una giornata che è cresciuta di intensità con il trascorrere del tempo. Lhotel Quadrifoglio era un deserto, durante la mattinata: poche auto, qualche turista tedesco, i rumori della Pontina in lontananza, echi dellesodo verso il litorale. Il nuovo giocatore della Roma ha fatto colazione insieme con il padre, tornando quindi a asserragliarsi in camera: computer e riposo per smaltire il fuso orario. Nei giardini dellalbergo, solo il vento. «Lamela? Chi? Non esiste nessun Lamela qui», bluffava il portiere dellhotel. «E lì, invece», assicuravano nellalbergo vicino.
Invece era proprio lì, lo dimostrano le foto in costume a bordo piscina. Il caldo mordeva. E Lamela, un ragazzo di 19 anni, ha ceduto di fronte a una temperatura di quasi 35 gradi, concedendosi un tuffo in acqua. Ha lasciato la palazzina Glicine, a mezzogiorno, dirigendosi verso la piscina insieme al padre. Uno strappo alle regole, considerando che tutti coloro i quali erano nel viale di ingresso della struttura hanno potuto osservare la scena. Erik, costume e occhiali da sole, è tornato in camera dopo unora, avendo dedicato qualche istante al campo da calcio che si trova alle spalle dellhotel. Poi, lentourage del calciatore ha chiesto di poter intensificare la vigilanza: due uomini hanno allora cominciato a presidiare ogni varco, esibendosi anche in alcuni controlli a tappeto sulle persone presenti nei giardini e nel patio della struttura. Non solo, però.
Poco più tardi, si è aggiunta anche una volante della polizia, destando più di qualche curiosità nei dipendenti del Mancini: si trattava di un calciatore di 19 anni, in fondo. Lamela è quindi scomparso per oltre mezzora il tempo di una doccia presentandosi intorno alle 14 in polo chiara e jeans: nel silenzio, è salito a bordo di unauto della Roma diretta verso lo studio Tonucci. Nessun tifoso a curiosare o a tentare di strappare un autografo, ma solo un mare di centauri confluiti per un ritrovo. Erik, nascosto dai vetri scuri, ha poi raggiunto il Grand Hotel di via Veneto tra decine di guardie del corpo dirigendosi infine verso il policlinico Gemelli per svolgere le visite. Prima, però, la foto allOlimpico, il suo nuovo stadio. Domani Erik tornerà a casa. «Felice», ha confidato. Ma sempre con la voglia di giocare.