04/07/2011 10:12
DiBenedetto sarà quello che nellalta finanza è chiamato CEO. Lacronimo di Chief Executive Officer vuol dire praticamente tutto: amministratore delegato e presidente insieme. Fenucci sarà un gradino sotto mister Tom. «A me piacciono le soluzioni snelle», aveva detto qualche tempo fa Sabatini, tra una sigaretta spipacchiata e laltra, nel corso di una memorabile conferenza stampa, la prima da direttore sportivo della Roma. Parlava della
società. Della necessità di avere un organigramma con pochi supermanager. Ecco, uno di questi sarà proprio Fenucci. Sarà sia quello che è ora la Mazzoleni, e quindi il responsabile finanziario del club, sia quello che era fino al 30 giugno Montali. Dunque, pure direttore operativo. Stando ai patti parasociali siglati a Boston il 15 aprile, avrà potere di firma sui trasferimenti dei giocatori, fino a 15 milioni per ogni esercizio e sui rinnovi, fino a 10 milioni. Oltre questi tetti, la palla passerà al Consiglio di amministrazione, che dovrà approvare le operazioni con il voto favorevole di almeno uno degli amministratori scelti da Unicredit.
I poteri conferiti a Fenucci consentiranno a Sabatini di poter lavorare con maggiore serenità. Non avrà più bisogno di ricevere di volta in volta delle procure speciali da Roberto Venturini, luomo che la banca ha spedito a Trigoria per supervisionare i conti giallorossi. Dora in poi, se dovrà comprare un giocatore, il diessedovrà fare riferimento solo a Baldini per la parte tecnica e a Fenucci per quella finanziaria. Ecco un esempio di società snella. Allordine del giorno, però, non cè solo il conferimento delle deleghe a Fenucci. Il board eleggerà anche il nuovo presidente. A quanto risulta a Il Romanista, dovrebbe trattarsi dellavvocato della banca Roberto Cappelli. È consigliere della Roma già da tre anni, ma soprattutto è un uomo fidatissimo di Unicredit. Laltra possibile candidatura era quella di Paolo Fiorentino. Il vicedirettore generale della banca dovrebbe mantenere una posizione defilata. Ma solo formalmente. Di fatto, sarà il referente numero uno di DiBenedetto in seno al Cda.
Cappelli traghetterà il board fino allelezione a CEO di DiBenedetto da parte dellassemblea degli azionisti, riunita in prima convocazione il 30 luglio. Non si poteva fare prima? No. E per due motivi. Innanzitutto, perché per legge devono trascorrere almeno trenta giorni tra il Cda che indice lassemblea
(quello del 28 giugno) e lassemblea stessa. E poi perché vanno ancora messe le firme sui contratti definitivi. È
il famoso closing, il lieto fine del procedimento di vendita. Di- Benedetto tornerà in Italia apposta tra il 10
e l11 luglio. Entro il 14, il 60% della Roma sarà suo. Suo, e di Richard DAmore, James Pallotta e Michael Ruane.