02/07/2011 12:09
Perché, come sempre, è il passaparola a decretare il successo di uniniziativa. Ne è la riprova ciò che sta avvenendo con la mostra di via Baccina 84, nel rione Monti, allestita ancora dallUnione Tifosi Romanisti, per celebrare stavolta i 10 anni da quellultimo scudetto vinto dalla Roma. «Ieri - commenta Grassetti - si è avuto il pieno per tutto lorario di apertura e, al momento della chiusura, vi erano ancora una ventina di persone allinterno, che abbiamo aspettato che finissero la loro visita». Unaffluenza continua, dunque, e che tra le sue fil vede certamente tanti romani, ma anche tanti visitatori provenienti da ogni parte del mondo. «In molti casi continua Grassetti si tratta di turisti che dai Fori Imperiali si trovano a transitare di lì e, incuriositi, entrano nei locali. E naturalmente vi restano, perché affascinati dalle immagini e dagli oggetti. Così come ci sono, sempre tra gli stranieri, quelli che ci vengono invece di proposito, perché tifosi giallorossi. Tanti, ad esempio, gli argentini, che si fanno la foto accanto a quella di Batistuta. Ma tanti anche dagli altri Paesi. Dalla Germania, addirittura dal Sudafrica.
E ancora, dal Perù e da altre nazioni di lingua spagnola. E venuto perfino un danese che aveva tatuato sul braccio il lupetto della Roma!». Belle anche le dediche lasciate sul registro delle presenze. «Ve ne sono di appassionate, ma anche di neutrali, o quasi. Come quella che dice: Non sono un tifoso giallorosso, ma sono tifoso di voi tifosi della Roma. O come quella della bambina che, non sapendo ancora scrivere ben , come ha detto lei stessa, si è limitata a mettere la propria firma». Tante presenze, insomma, spaziando tra tutte le età. «Abbiamo avuto il visitatore più giovane racconta ancora Grassetti un bimbo di appena diciotto giorni, ai cui genitori abbiamo regalato il catalogo della mostra di Piazza del Popolo. E, naturalmente, i tanti, giovani e anziani, che si riconoscono nelle foto. Ed è un piacere partecipare alle discussioni che si accendono al ricordo di quella partita o di quel gol. Dal Roma-Parma dellultima giornata alle tante trasferte: a Bari, come a Napoli, Ma soprattutto a Torino, per quella sfida con la Juventus, da cui nacque il famoso Maciniamo ilometri e rispetto alla quale il commento ricorrente è sulla bellezza di quellora trascorsa nel settore ospiti dopo la fine della gara, con la ola che imitava laeroplanino ».
Una mostra che è cresciuta, anche stavolta, grazie allo sforzo dei tanti volontari reclutati tra gli iscritti allUtr. Persone che hanno dedicato tanta parte del proprio t mpo allallestimento, ma anche, ora, alla vigilanza durante gli orari di apertura (dalle 18 alle 22,30, tutti i giorni, festivi compresi). «Una cosa che inorgoglisce, sia chi ha curato la mostra,sia chi ha contribuito a renderla ancora più ricca di materialie documenti continua il presidente dellUtr - è proprio laver messo a disposizione qualcosa che si custodiva, magari gelosamente. Cè, ad esempio, chi ha portato la propria sciarpa. E chi, come nel caso della Open Gate, la società che si occupa di Comunicazione per conto di Tom DiBenedetto, ha fatto dono allamostra di una bandiera altro cimelio storico con su scritto Grazie Roma da Stream Tv (lemittente televisiva legata quellanno alla società giallorossa, ndr), 17 giugno 2001. Tra le teche vi sono poi i due spolverini indossati da Sabrina Ferilli e Antonello enditti durante il concerto al Circo Massimo, così come non mancano le maglie di quasi tutti i giocatori di quellanno.
E una quantità infinita di ricordi personalizzati, dalle tessere tel foniche alle penne, dalle spille ai portachiavi». Una mostra, insomma, che piace. Innanzitutto, per la possibilità che offre di rivivere quella stagione straordinaria. Dallinizio alla fine. «Nei pannelli fotografici continua Grassetti ben più di quanti ve nerano nello spazio dedicato al terzo scudetto nella mostra di Testaccio, ci sono infatti tutti i 68 gol segnati quellanno dalla Roma. Con tutti i disegni che ne riproducono la dinamica. Li pubblicò a suo tempo la rivista Rosso & Gialloe sono ancora oggi tra le cose che suscitano più interesse». Accanto a questi, le tante curiosità che si legano a quellanno. Come limmagine di un giovanissimo Daniele De Rossi in occasione della sua unica panchina, a Firenze, che non gli consentì però di potersi dire Campione dItalia, non avendo fatto ingresso in campo.
A differenza di quanto avvenne per Gaetano DAgostino, che per aver giocato pochi minuti a Brescia, e di Balbo, che ne giocò una decina in due partite, possono invece fregiarsi del titolo. «Bisogner bbe studiare qualcosa sostiene però Grassetti che permetta anche a chi era solo nella lista di una partita, di poter avere a sua volta un riconoscimento ». Una mostra questa allestita con il patrocinio di Regione, Provincia e Roma Capitale, ma anche e soprattutto della As Roma che ha visto tanti tornarvi, magari per fare da guida ai propri amici. Molti anche gli addetti ai lavori. «Dopo inaugurazione con Rosella e Maria Sensi, abbiamo avuto il dirigente accompagnatore della Roma Primavera, campione dItalia. E, prima ancora, quella dellarbitro Stefano Farina. Che, entrando, si è ritrovato nella foto che lo vede, tra Totti e Pagliuca, fischiare il calcio dinizio della prima partita di campionato di quellanno. Quel Roma-Bologna da cui partì poi la lunga cavalcata verso il tricolore». La mostra resterà aperta fino al 10 luglio, naturalmente con ingresso gratuito. «Riusciamo a regalare anche qualche gadget» assicura Grassetti. Che non esclude una possibile proroga di un paio di giorni: «Per accoglier dice una sorpresa da oltre oceano »