Da mito a ostacolo, la Roma discute Totti

20/08/2011 10:40

"Ho messo in campo gli undici giocatori che ritenevo migliori per questa partita. Non ho rimpianti" (Luis Enrique, allenatore della Roma dopo la sconfitta contro lo Slovan Bratislava in cui è entrato, sullo 0-0, al 72').

Sono tre dichiarazioni ufficiali. Sono state pronunciate dai vertici societari della Roma. Certificano senza ombra di dubbio che, nei fatti, esiste un «caso » all'interno della Roma. Il resto sono parole di circostanza o boutade.

Non c'è giudizio di valore, è pura cronaca. A ognuno, poi, decidere se 19 stagioni, 610 partite e 262 gol con la maglia giallorossa non meritassero di sapere la decisione dell'allenatore soltanto due ore prima della partita di Bratislava oppure se è giusto che all'interno di un gruppo nuovo tutto debba essere azzerato. A è stato tolto l'ufficio «di rappresentanza» a Trigoria, gli è stato detto di non occuparsi più di questioni non strettamente legate al campo (calciomercato, politica sportiva, immagine della società), sono stati in discussione uomini di sua assoluta fiducia ed è stato scelto un allenatore che non avesse con lui e con la vecchia guardia un rapporto di «continuità» (è questo il vero motivo, non i risultati o la qualità del gioco, che è costato il posto a Vincenzo Montella).

è legato alla Roma da un oneroso contratto da 8,6 milioni lordi all'anno fino al 2014. Sul futuro si possono fare mille discorsi e tutti hanno un fondamento: da chi non riesce nemmeno a immaginare una Roma senza a chi vorrebbe liberarsi di lui. C'è chi lo ritiene ingombrante e chi, in dimensione marketing, crede che sia molto più facile vendere una maglietta sua che una di Okaka.

Ma quello che interessa di più è l'immediato. Giovedì prossimo, all'Olimpico, la Roma si giocherà già il primo obiettivo stagionale: sopravvivere in Europa League. E con chi lo farà? Con o senza il suo capitano?

non ha chiesto spiegazioni dell'esclusione. Si aspetta, però, di non essere trattato come un semplice numero. E pretende chiarezza: se è diventato un peso, glielo dicano in faccia. In italiano e/o in spagnolo.


Thomas DiBenedetto poteva sperare in una partenza più soft: «Ma i tifosi devono avere pazienza — ha detto a Roma Channel — perché la squadra si sta creando ora e non è facile imparare a giocare insieme con nuovi compagni. Devono avere pazienza. Vogliamo creare una squadra vincente, perché con un gruppo di lavoro come quello che abbiamo scelto siamo sicuri che i ragazzi giocheranno, si impegneranno molto e alla fine vinceranno». Con o senza ?