Esce Totti, addio Roma

26/08/2011 10:41

La sostituzione inspiegabile di , dentro Okaka alla mezz’ora della ripresa con i giallorossi avanti di un gol, è stato il punto di svolta, con il pubblico a difendere a gran voce il suo capitano. Mentre i giocatori slovacchi lanciano in aria il loro allenatore Weiss, Luis Enrique viene contestato alla prima uscita nel suo stadio dalla gente che avrebbe voluto conquistare. L’asturiano resta da solo nel tunnel, senza seguire la squadra negli spogliatoi: vuole sempre entrare per ultimo e aspetta che Cassetti concluda con la tv. Sfilano davanti a lui gli eroi del modesto Slovan e forse i suoi fantasmi. Finisce 1 a 1 e così l’Europa League se ne va prima di nascere. DiBenedetto, all’inizio affascinato fotografo dello spettacolo, ha subito le sue grane. Prima del fischio d’inizio, tra le novità della gestione tecnica, la squadra fa gruppo anche a cielo aperto: titolari, riserve, tecnici e preparatori si stringono in cerchio che però non diventa magico. E’ l’unità di intenti chiesta da Luis Enrique e i giocatori si sforzano di adeguarsi. La Roma è incompleta e sbanda al debutto casalingo, solo la cornice è già splendida. L’Olimpico dei cinquantamila vuole bene al nuovo progetto. Gli acquisti estivi, compreso Osvaldo che è già in tribuna, ricevono il saluto urlato dei tifosi giallorossi.

C’è grande entusiasmo per Lamela, vistosa la fasciatura alla caviglia, e Bojan che ha subito la prima occasione per lasciare il segno sotto la Sud dopo un doppio dribbling di uno che è più ragazzino di lui, il diciottenne Caprari. Il è leggero e centrale, l’attaccante forse dà l’impressione di essere frenato dall’emozione e dalla responsabilità che gli trasmettono, con affetto, dagli spalti. Sarà il peggiore in campo. Ma il gol del vantaggio arriva comunque presto. Al dodicesimo, in mezzo a tanti bambini in maglia giallorossa, l’acuto è del senatore Perrotta, in campo nonostante una caviglia non lo sorregga come vorrebbe. La difesa dello Slovan dorme sul corner di , il Putnocky si fa passare il pallone tra le gambe dopo il tap-in di Perrotta. La partenza fa ben sperare perché la rete di Bratistla è già rimontata. La gara dovrebbe diventare facile, ma lo Slovan, con Kladrubsky a uomo su , si chiude perché anche i supplementari possono andar bene. Il ct slovacco Weiss, l’uomo che mandò di traverso il mondiale sudafricano a Lippi, sceglie il 4-1-4-1 per rendere complicata la vita alla Roma che attacca sempre con sette uomini, lasciando davanti a Stekelenburg solo i centrali Cassetti e Burdisso. Qualche metro più avanti c’è Viviani, ormai battezzato vice . Cicinho esce presto, prima della rete di Perrotta, per un problema muscolare alla coscia destra e lascia la corsia a Rosi. Ma è a sinistra che i giallorossi affondano, con Josè Angel efficace e vispo. E’ lui che va a rimediare l’angolo utile per sbloccare il match. L’atteggiamento della Roma è molto spregiudicato e soprattutto provoca gran dispendio di energie. Lo Slovan, con il suo 4-1-4-1, appena può prova a ripartire cercando di approfittare dello sbilanciamento dei giallorossi che si sistemano meglio quando Luis Enrique chiede a Caprari e Bojan di scambiarsi le posizioni, il primo va a sinistra e l’altro a destra (nella ripresa torneranno ai loro posti di partenza). Ma cresce anche il loro lavoro in fase difensiva. Con più giocatori sotto palla la Roma soffre meno. Solo due tiretti, però, con Caprari e Josè Angel.

Più occasioni a inizio ripresa. Con , per la deviazione incerta del Putnocky, Caprari due volte, di sinistro in mischia e di su tocco pregiato di Simplicio, e Jose Angel che si presenta solo in area ma spara altissimo. A metà tempo ancora un a lato di Caprari tra i più vivaci. L’attaccante ha i crampi e chiede la sostituzione. Spazio al diciassettenne Verre che va a fare il trequartista con emarginato a destra. Il capitano, quando sta per scoccare la mezz’ora, esce: Luis Enrique decide di sostituirlo con Okaka e nella sera del debutto all’Olimpico l’asturiano incassa i primi fischi. abbraccia il compagno ma, infuriato, fila dritto e a testa bassa negli spogliatoi, ignorando il saluto del mental coach Llorrente. Arriva il pari di Stepanovsky al trentasettesimo, su errore di Cassetti. Bojan si pappa un gol prima del recupero, palla addosso al . Con l’Europa (brutto colpo per una proprietà straniera che deve esportare il marchio all’estero), persi anche 4 milioni per l’accesso alla fase a gironi. Che sarebbero serviti per il futuro ora più incerto.