Fallimento

26/08/2011 10:18

Aria nuova, stadio incredibilmente pieno (47mila i paganti), DiBenedetto in tribuna dopo essere arrivato con largo anticipo allo stadio per visitarlo in ogni angolo. Poi cena rapida con Lamela al buffet e giù in tribuna autorità dove si siede in mezzo a due amici americani. Il futuro presidente ha registrato un messaggio proiettato sui maxischermi dell’Olimpico per ringraziare il pubblico e al momento dell’inno ha immortalato la scena col suo telefonino. In campo la squadra si carica prima del fischio d’inizio: tutti in cerchio, panchinari e tecnici compresi. La prima emozione al 2’: Bojan ha subito una palla comoda sul ma spreca. Cicinho si fa male e Luis Enrique, invece di spostare Cassetti al centro e inserire Heinze, fa alzare dalla panchina Rosi: messaggio chiaro al nuovo acquisto argentino. Tom e i 50mila dell’Olimpico scattano in piedi all’11’: batte un angolo, Perrotta colpisce al volo e Putnocky se la fa passare in mezzo alle gambe. La Roma prende coraggio dopo un inizio molto contratto, fa passare spesso la palla tra i piedi del capitano e cerca di innescare le fiammate di Bojan e Caprari che si scambiano la fascia a metà frazione. È Josè Angel a sfiorare il raddoppio dopo un bel numero. I movimenti della difesa sono ancora da registrare ma Stekelenburg non ha troppo lavoro. Nella ripresa la Roma attacca a testa bassa e potrebbe raddoppiare subito con Caprari, poi sostituito con Verre, e Josè Angel.

Quindi il momento cruciale: al 29' esce tra l’incredulità generale. Otto minuti dopo il pareggio, al primo vero tiro in porta dello Slovan che butta fuori i giallorossi dall’Europa. Se ne riparla l'anno prossimo e per tornarci bisognerà sudare tanto. Dopo il Palermo e la «retrocessione» dell'Udinese l'Italia perde un altro pezzo, la Roma le pochissime certezze che aveva. I tifosi già contestano, Luis Enrique è inevitabilmente l’imputato.