Gago, il centrocampista che pensa bene e pensa veloce

26/08/2011 10:44

GIOVENTU’ BOCA Nato il 10 aprile 1986 a Ciudadela, una piccola à (come spiega anche il nome) alle porte di Buenos Aires, Fernando Ruben Gago ha iniziato a prendere confidenza col pallone che era ancora un bimbo. In Argentina, è tradizione che si cominci con il futsal, il calcio da sala, al chiuso di una palestra. È lì, nel modesto club del Parque, che gli istruttori insegnano la tecnica ai campioni del domani, è lì che anche gente come Tevez oppure Redondo si è fatta le ossa. Proprio insieme all’Apache, ora al Manchester , Gago è stato cresciuto successivamente dal Boca Juniors, sogno di metà dei bambini argentini (l’altra metà sogna il River Plate), dove è approdato a 10 anni ed è rimasto fino al 2007, dopo essersi conquistato un posto da titolare. Con gli Xeneizes vince l’Apertura 2005 e il Clausura 2006, scendendo in campo 71 volte e segnando una sola rete. Il gol, per Gago, non è sicuramente una priorità: compatto fisicamente (177 centimetri per 73 chilogrammi), naturale, il ragazzo cura particolarmente bene la fase difensiva, rappresentando un valido schermo per la difesa, ma non è solo esclusivamente un distruttore di gioco.

«PENSA BENE E VELOCE» A dirlo è stato Jorge Valdano, ex calciatore argentino e dirigente madridista dal 2000 al 2004 e dal 2009 fino a tre mesi fa, quando anche la sua testa è stata fatta cadere dal presidente Perez per accontentare i capricci di Mourinho. E non è cosa da poco, avere tra gli estimatori un Campione del Mondo ed ex stella del calcio sudamericano e spagnolo: «Gago è un centrocampista che pensa bene e pensa velocemente – disse Valdano – e contribuisce a facilitare la distribuzione di palla a metà campo». Un’investitura, o poco ci manca, per un ragazzo preso dal Real Madrid a soli vent’anni ma pagato oltre 20 milioni di euro. Il suo trasferimento in Europa è avvenuto durante l’Inverno del 2006, come spesso accade per i giocatori che militano nei campionati sudamericani. Ad attenderlo, un sergente di ferro come Fabio Capello, cavallo di ritorno al Bernabeu a dieci stagioni dal titolo vinto sempre a Madrid. Nel mese di dicembre 2006 diverse squadre lo corteggiano, anche il Milan, ma a spuntarla è il Real, che ne ufficializza l’ingaggio il 19 di quello stesso mese. L’esordio nella Liga è datato 7 gennaio 2007, al Riazor di La Coruna, dove i futuri Campioni di Spagna capitombolano 2 – 0. Nonostante il pessimo esordio, Gago prosegue l’avventura a testa alta e si guadagna pure l’affetto dell’opinione pubblica; iniziano a chiamarlo El Pintita, perché ama l’arte (appena atterrato a Madrid si è fiondato al Prado) e ha un aspetto da pittore un po’ vagabondo e un po’ bohemienne, con i capelli lunghi e sempre bagnati, con i quali ama giocare in ogni momento. La stagione 2007/2008 è ancora foriera di soddisfazioni e successi: Gago viene impiegato 31 volte in campionato, disputa la e fornisce 4 assist confermandosi anche abile coi piedi. In Estate, poi, partecipa con l’«albiceleste» ai Giochi olimpici di Pechino, vincendo la medaglia d’oro nella finale contro la Nigeria.

INFORTUNI E SFORTUNE E’ forse quella la prima e ultima stagione da urlo per Fernando Gago, mediano roccioso ma di qualità, sposato con la tennista Gisela Dulko, vincitrice dell’ultimo Australian Open nel doppio. Da quel momento, infatti, una serie di malanni fisici e le passeggere crisi tecniche del Real Madrid lo frenano, facendo diminuire le sue presenze in maglia bianca e anche in nazionale, che non lo convoca per i Mondiali sudafricani. Per di più, in Spagna dal 2008 è iniziato il Regno sportivo del , colpevole dell’assassinio – sempre sportivo, s’intende – degli ultimi tre campionati, con numeri alieni che nemmeno un Real stratosferico e imbottito di stelle ha potuto eguagliare. Con tre infortuni che lo hanno tenuto a riposo, nel complesso, quasi mezza stagione, nel 2010/2011 el Pintita si è visto solo 4 volte, sempre al Bernabeu, sempre in gare finite più che bene per la sua squadra. Ma gli acquisti effettuati da Perez negli ultimi due anni (Ozil, Khedira, Di Maria, Xabi Alonso) e la poca stima di Mourinho, hanno fatto sì che le speranze di riprendersi un posto da titolare, per Gago, si riducesse al lumicino. Il numero 5, quindi, ha deciso che il suo tempo in Castiglia è finito: «Voglio andarmene», ha ribadito ai dirigenti e al suo agente. Se ne andrà. Bisogna vedere dove, con buone possibilità che la meta possa essere Roma.