L’Osservatorio ripensa alla proposta della Roma

17/08/2011 11:43

 

Da quel giorno, dal 21 luglio, lo scenario non è mutato. Da una parte c’è la Roma,che vorrebbe permettere a tutti i suoi tifosi di abbonarsi. Il principio, sacrosanto, è che non esistono romanisti di Serie A e romanisti di Serie B. Perché può risparmiare solo chi ha la tessera del tifoso?, si sono domandati a Trigoria. Dall’altra parte dello steccato ci sono le componenti sportive dell’Osservatorio. Che o nicchiano oppure sono assolutamente contrarie alla soluzione made in Trigoria. Il Coni è freddino, la Lega di Serie A pure, quella di B è per il nì, la Lega Pro, che poi è la ex Serie C, è assolutamente per il no. La Roma ha un alleato forte. È il Viminale. Ed è un paradosso. Al Ministero dell’Interno tifano per la Roma, ma non vogliono imporsi. Maroni è favorevole al dialogo, il Ministro ritiene valida la proposta della Roma. Però ai suoi collaboratori va spiegando che non può obbligare il mondo dello sport a dire di sì, se non credono al progetto giallorosso. Stavolta, ha ragione. Il 21 giugno ha firmato un protocollo di intesa con la Federcalcio, Coni e Leghe proprio per far sì che si assumano loro la responsabilità di decidere cosa sia meglio e cosa non lo sia per i club.

 In pratica, Maroni dice: la Roma ha trovato una soluzione intelligente, se ne può parlare, ma se adesso dovessi fare la voce grossa, se dovessi forzare la mano, quel protocollo sarebbe carta straccia. Non è un nodo semplice da sciogliere. Se ne rendono conto anche a Trigoria, dove però non possono permettersi di perdere altro tempo: la campagna abbonamenti,che dopo l’exploit iniziale sta procedendo a rilento, terminerà l’8 settembre. Meno di un mese. Che fare? La Roma pensa di aver già fatto di tutto per aiutare il Viminale. Se avesse bypassato il protocollo in cui le Leghe, il Coni, la Figc e il Viminale stesso stabilivano di concedere gli abbonamenti solo ai tesserati, l’Osservatorio avrebbe perso la faccia. A Trigoria hanno deciso quindi di tornare sui propri passi. Eppure, nel comunicato in cui faceva marcia indietro la società ha lasciato chiaramente intendere di essere pronta allo scontro, se necessario. In ordine alla determinazione in cui l’Osservatorio boccia la proposta, la Roma parla infatti di «temporanee modifiche» alla campagna abbonamenti. Ancora più indicativo è questo inciso: «fino a diversa e nuova comunicazione». 

Se le molteplici anime che compongono l’Osservatorio non si metteranno d’accordo, la Roma romperà gli indugi. E aprirà la campagna abbonamenti anche ai non tesserati. Spiegano al Viminale che però, a quel punto, l’Osservatorio sarebbe costretto a invitare il a disporre la cancellazione di tutti gli abbonamenti sottoscritti in violazione del protocollo. La guerra aperta è lo scenario peggiore. Ma al momento è quello più probabile.