21/08/2011 10:13
Erik Lamela fa il suo ingresso nella sala Champions del centro sportivo Fulvio Bernardini seguendo Elena Turra come un figlio fa con la madre quando entra in un posto che non conosce. Si guarda intorno, gli viene detto di posare per le foto di rito e poi, quando lo invitato a sedersi, sceglie un posto molto defilato, quasi volesse sfuggire alle telecamere. Deve intervenire lad Claudio Fenucci, che lo invita a sedersi vicino a lui, al centro dellattenzione, perché questo è il suo giorno. Lamela lo raggiunge immediatamente, quasi imbarazzato per quello che deve aver considerato come la più grande gaffe della sua vita. Mentre viene fatto vedere un video con i suoi gol, Erik ha lo sguardo fisso, paralizzato dallemozione. Singolare per un ragazzo giovane (ha compiuto 19 anni il 4 marzo) ma che ha esordito nel campionato argentino a soli 17 anni e che sino a qualche mese fa giocava ogni due domeniche in uno stadio, il Monumental di Buenos Aires, sessantacinquemila posti. A Trigoria tante sono le domande, con risposte sempre a timidi monosillabi: «Perché ho scelto la Roma? E una grande squadra, per me è un orgoglio essere arrivato qui». Oppure: «Contro lo Slovan la Roma mi è piaciuta. Stupito dallassenza di Totti? Sono decisioni del mister». Per poi continuare sul tema che tutti vogliono sviscerare, ovvero le condizioni della sua caviglia: «Voglio recuperare al cento per cento dallinfortunio. Sto migliorando». Su una cosa però è chiaro: la sua posizione in campo. «Sono un attaccante, che può fare la punta esterna a destra o sinistra. E a centrocampo? Pensiamo a guarire, poi giocherò dove Luis Enrique deciderà».Ovvio. Quasi spente sul nascere le idee di tecnici e non solo che hanno pensato di provarlo come interno di centrocampo. Ma non è escluso che succeda.
Promesse ne fa poche (giustamente), «mi impegnerò al massimo», dice, non giudica la scelta di Totti e Borriello in panchina a Bratislava per poi glissare quando gli viene chiesto del momento-no di Zarate, che solo due settimane fa, dal mondiale colombiano, aveva dipinto come un «fenomeno», alla pari di Aguero e Morales: «Non posso dare giudizi su altre situazioni, penso che comunque risolverà i suoi problemi con la Lazio». Ora il suo modello è «Messi, ma mi piace essere me stesso» e il sogno è di esordire allOlimpico, «magari con una vittoria». E chissà con un gol. Sabatini ha detto che sarà lui il vero colpo di mercato della Roma. «Sono contento per la definizione, ora tocca a me».
Toccherà a lui fare il Pastore. Domanda: un ragazzino come te può essere ingoiato dalle personalità presenti nello spogliatoio della Roma? Risposta: «Ovviamente so che in passato qui hanno giocato grandi giocatori, e continuano a giocarci perché la Roma è una grande squadra. Non ho timori, anzi sono contento e orgoglioso di condividere lo spogliatoio con compagni di questo calibro».
A proposito: Lamela tenterà il recupero per giovedì, ritorno dei play-off di Europa League contro lo Slovan Bratislava. Una specie di magìa, vista la situazione. Lui vorrebbe esordire subito, la caviglia non ha nulla di particolare ma nessuno vuole correre il rischio di perderlo per tanto altro tempo. Quindi, martedì o mercoledì, Erik e lo staff medico faranno un punto della situazione e se linfiammazione alla caviglia sarà migliorata verrà portato almeno in panchina, altrimenti se ne riparlerà per la prima di campionato, tre giorni dopo a Bologna. Oltre a Totti, ieri non si sono allenati Juan, Pizarro, Greco e Verre.