Serie A, lo sciopero si allontana

21/08/2011 10:49

Il rischio sciopero dei calciatori pare quindi scongiurato. «Credo proprio – spiega Tavecchio - che il campionato partirà regolarmente. Le posizioni sono chiare. Ognuno utilizzerà i propri patrimoni sportivi e culturali per tutelare i propri interessi. Gli italiani possono anche stare senza calcio, ma questo non è il momento adatto...». A rendere più difficile la trattativa è stato il dibattito sul contributo di solidarietà previsto dal Governo nella manovra appena varata. Per il triennio 2011-2013, è programmato un prelievo del 5% per la quota di reddito che eccede i 90.000 euro e del 10% per la quota che supera i 150.000 euro. E’ la cosiddetta “Super-Irpef”. C’è chi come Galliani ha messo le mani avanti: «La paghino i calciatori». Ma Tavecchio che ne pensa? «Oggi, intervenire con le maniere forti nel dibattito non porta vantaggi a nessuno. Da un punto di vista morale, dico che le tasse devono essere pagate senza fare riferimento ai cavilli giuridici. Devono pagare i giocatori o i club? L’associazione dei calciatori non mi pare che abbia chiesto di far pagare le società...».

Vero. Ma è pure vero che l’Aic (come la Figc) è rimasta spiazzata dalla mossa a sorpresa delle quattro leghe, A, B, Lega Pro e Dilettanti, che hanno ottenuto di far inserire nel nuovo contratto collettivo delle modifiche sui fuori rosa (articolo 7) e sopratutto quello sui compensi (articolo 4), con l’introduzione di una norma sul contributo di solidarietà che dovrà essere completamente a carico dei giocatori.Compresi quelli stranieri. 

Non ci sarà lo sciopero in A anche secondo il presidente della Lega Pro, Mario Macalli: «Se c’è qualcuno che si deve fermare, sono i presidenti. È improprio parlare di sciopero. Lo stop della Serie A non sarebbe tale, perché ogni sciopero è una rivendicazione e comporta la perdita di denaro. Qui, non si perderebbe nulla e si giocherebbe pochi giorni dopo...». Il della Lega Pro, Francesco Ghirelli, a “Radio Sportiva” esprime poi la posizione della Lega sulla Super-Irpef: «E’ semplice, e nemmeno piacevole parlarne. Il Paese è in crisi, i cittadini sono chiamati a fare uno sforzo che è quello di concorrere al processo di risanamento del Paese. Pensare che una parte si sottragga è impensabile. Ognuno deve fare la sua parte, da quelli che sono più in difficoltà in su. Icommercianti pagano, i dirigenti ugualmente. I calciatori si paghino il loro senza nemmeno fiatare». C’è chi è già entrato nell’ordine di idee di dover mettere mani al portafogli. Per Massimiliano Allegri, l’allenatore della squadra del Presidente del Consiglio, versare un obolo aggiuntivo non sarà un problema: «È una cosa che va vista. Se bisogna pagarla, la pagheremo».