Welcome a Roma

19/08/2011 11:52



L’imprenditore americano era arrivato al mattino presto con un volo diretto da Boston per mettere l’attesa firma in calce al contratto di closing perfezionato dai suoi legali (il giorno prima era arrivato anche White), coadiuvati dall’avvocato romano Mauro . Poco rumore tanta sostanza stavolta, una rapida doccia in albergo e subito al lavoro per arrivare alla fumata bianca in tarda mattinata. Il comunicato ufficiale arrivato in serata conferma: da ieri la Roma è di proprietà della cordata americana che fa capo proprio a Thomas DiBenedetto. Di fatto il primo passo di un investitore straniero nel complesso mondo del calcio italiano. Nulla di nuovo per quanto riguarda l’accordo, firmato da Zimatore (davanti al notaio Luca Amato: ovviamente romanista) che ha «passato» da Roma 2000 il 67% delle azioni dell’As Roma (per il resto ci sarà bisogno di un’Opa), alla Neep Roma Holding che fa capo appunto all’imprenditore di Boston. Costo totale dell’operazione 70.3 milioni di euro: 60.3 quelli versati ieri mattina nelle casse di Unicredit (36 da parte degli americani, il rimanente dall’Istituto di Credito), oltre ai dieci milioni di caparra già pagati in passato. Ai quali vanno aggiunti i costi dell’Opa che DiBenedetto & Co. dovranno lanciare nei prossimi mesi (probabilmente già a settembre). Subito dopo le firme, la gioia: «Sono felice - ha detto lo zio Tom che ha poi voluto dare comunicazione immediata al socio in vivavoce - la prima sensazione é quella di un grande onore nel prendere il timone della Roma: faremo grandi cose per il futuro di questa squadra».



Euforia collettiva: sono saltati tappi di champagne mentre il gruppo ha finalmente pranzato. Quindi tutti di corsa all’aeroporto di Ciampino dove in otto (DiBenedetto, , , Cambareri, Cappelli con la figlia, il legale americano White e Mark Pannet del Raptor Fund) si sono imbarcati, su un Falcon 50 messo a disposizione da Fiorentino di Unicredit, alla volta di Bratislava per assistere al primo match ufficiale della nuova Roma targata DiBenedetto. Il presidente ad interim non si è nascosto e ha manifestato all’uscita tutta la sua euforia: «Il progetto degli americani merita fiducia - ha detto Cappelli - è sano e serio. È il motivo per il quale UniCredit ha ritenuto fosse il progetto migliore per una squadra che non si voleva affidare nelle prime mani che passavano». E che, senza l’arrivo degli americani, sarebbe molto probabilmente fallita: visto il disastro della gestione precedente. L’avvocato Cappelli resterà, tecnicamente, in carica da presidente fino al prossimo cda in programma nella prima settimana di settembre: li verranno ratificate tutte le nuove cariche compresa quella che farà diventare DiBenedetto il primo presidente straniero della storia romanista. Lo «zio Tom» intanto resterà a Roma almeno fino al match d’esordio in campionato in programma il 28 a . Nel frattempo inizierà la ricerca della casa nella quale verrà poi ad abitare, prenderà possesso del suo nuovo ufficio a Trigoria, stringerà mani, probabilmente farà tutti quegli incontri istituzionali (vedi Alemanno) evitati finora per motivi anche scaramantici e finalmente parlerà con capitan : sciogliendo probabilmente quel «nodo» morale che aveva creato qualche apprensione nelle scorse settimane. Ieri solo un breve incontro con la squadra una volta raggiunto lo stadio a Bratislava prima del match per annunciare la firma. Poi nella notte il rientro sullo stesso aereo della squadra. Intanto dalla prossima settimana con Unicredit, che resterà socio di minoranza finanziario, inizieranno le trattative per la cessione della quota restante nelle mani dell’istituto di credito. La nuova era della Roma è iniziata e la sconfitta di ieri sera a Bratislava per il momento rientra nella voce: incidenti di percorso.