27/09/2011 10:50
Ormai comunque le cose sono abbastanza chiare. Ci vorrà tempo. La Roma mette in mostra alcuni progressi, ma stenta ad uscire dal bozzolo per trasformarsi in farfalla. A tratti è ancora un bruco che si attorciglia attorno al suo filo di seta, rischiando di strozzarsi. Il gol di Osvaldo la fa più leggera e frizzante, come avesse ingerito una pasticca di aspirina. Gli scambi acquistano velocità, i centrocampisti cercano la profondità. Ma poi Luis Enrique riprende a guardare il cielo, come certi santi nei quadri religiosi, mentre la squadra si contrae di nuovo. Ma si contrae senza paura grazie ad Heinze, reagisce con stile grazie a Pjanic. E allora l'allenatore azzarda anche la carta Bojan, nel tentativo di tenere alto il tasso tecnico. (...)
Tre punti, in un campionato dalla classifica così corta, vogliono dire tanto. E la stella di prima grandezza di questo strano torneo è proprio quell'Atalanta che si accinge a scendere sabato all'Olimpico per dare un seguito al suo momento magico. Intanto partono troupes di operatori televisivi alla volta di Bergamo, per raccontarci la nuova protagonista del campionato, attraverso filmati e interviste che oscilleranno, ne siamo certi, tra l'eterno compiacimento per la vitalità della provincia calcistica italiana e una sufficiente ironia. La Roma però farà bene a smettere subito di abbracciarsi. C'è un altro Annibale alle porte.