DiBenedetto, mister President

28/09/2011 11:03

«La nuova era è cominciata, credo che DiBenedetto sia orgoglioso e contento della nomina. Era ovviamente felice», commentava ieri il presidente uscente, l’avvocato Roberto Cappelli. Che ha poi ringraziato Rotunno: «Si è dimesso con la stima di tutto il Consiglio, è stato molto carino». Quello di ieri è stato l’ultimo Cda prima dell’azzeramento. La banca ha concordato con DiBenedetto - ma c’è chi sostiene che sia stata fatta una precisa richiesta da parte di Unicredit - di mantenere l’attuale boardfino alla scadenza naturale del mandato, tra un mese. Il 27 ottobre, l’assemblea degli azionisti procederà a formare il nuovo Cda. La lista, che come da accordi parasociali dovrebbe restare di tredici nomi, dovrà essere presentata entro il 2 ottobre. Otto saranno nominati dagli americani. Oltre all’attuale e all’avvocato , a DiBenedetto, Pallotta, Ruane e D’Amore, soci della DiBenedetto As Roma LLC, i candidati sono l’avvocato newyorchese Joe Tacopina e un altro uomo legato alla cordata. Nella rosa della banca, oltre a Fiorentino e Cappelli, dovrebbero esserci Mingrone, Muto, Venturini. E forse Marra.

E adesso? Adesso DiBenedetto si comporterà da presidente. Ieri ha incontrato tutti i responsabili della società. Domani dovrebbe vedere il presidente del Coni, Gianni Petrucci. Sarà una visita di cortesia. Un incontro istituzionale che servirà a gettare le basi per un futuro accordo sull’Olimpico, stadio che è destinato ad ospitare la Roma almeno per i prossimi cinque anni. Ovvero, fino a quando la società non avrà un proprio impianto. Più avanti, potrebbe essere raggiunta però anche un’altra intesa con Petrucci. La Roma vuole portare qualche ufficio importante in centro. E il Coni non possiede solamente l’Olimpico, sede ritenuta scomoda durante i giorni delle partite di Roma o Lazio.

IL BILANCIO L’elezione di DiBenedetto ha fatto passare in secondo piano il progetto di bilancio chiuso al 30 giugno e approvato ieri dal Cda. Era l’ultima condizione che doveva avverarsi per lanciare l’Opa obbligatoria. Il risultato netto consolidato è negativo per 30.5 milioni, contro i 21.8 dell’anno prima. Il buco si è quindi allargato. Colpa, si legge sul documento di bilancio, anche di un aumento dei costi per il personale. Leggi, gli ingaggi. E c’è pure spazio per un sottile attacco al Viminale. Il secondo, dopo il comunicato ad hoc sul carnet. I ricavi da abbonamenti sono stati pari a 6.4 milioni. Un milione e centomila euro in meno del 2010. Il motivo? «Il minor numero di abbonamenti sottoscritti, data l’influenza negativa avuta dall’introduzione della “tessera del tifoso” ». Ma come, la tessera non serviva a riempire gli stadi?