04/09/2011 10:43
Vede analogie con quanto sta accadendo a Totti?
«No, quella di Francesco è una situazione diversa. Nel 1996 il presidente Sensi ingaggiò un nuovo allenatore, Carlos Bianchi, ma le cose per me andavano male da tempo e il contratto scadeva lanno successivo. Scelsi lo Sturm Graz per non restare in Italia, poi Mazzone mi volle al Napoli».
Cosa sta succedendo allora tra la Roma e il suo capitano?
«Sicuramente ci sono state delle incomprensioni, ma Francesco è un giocatore fondamentale per la squadra giallorossa, ha fatto cose immense e ne farà tante altre».
La società ha chiesto a Totti di accettare le scelte tecniche, e dunque anche la panchina.
«Ma Francesco è un giocatore intelligente: viene dal settore giovanile, ha fatto tanto gavetta, sa cosa vuol dire meritarsi il posto da titolare e per questo non lo ha mai preteso. Se sarà pronto, lallenatore lo manderà in campo. Altrimenti, è normale che giochi un compagno».
Come risolvere le incomprensioni?
«La società e il giocatore dovrebbero incontrarsi e chiarire ogni problema. Bisogna fare in fretta, per fortuna cè ancora una settimana prima dellinizio del campionato: sono convinto che la situazione si risolverà».
Cosa pensa della nuova gestione?
«Sono fiducioso. La squadra si è rafforzata con calciatori di valore, e poi mi piacciono le idee di gioco dellallenatore: finora ha dovuto utilizzare le seconde linee, ma ho apprezzato quello sta cercando di trasmettere alla squadra. Certo ci vogliono tempo e pazienza, è normale, bisogna fare ambientare i nuovi arrivati».
Dove può arrivare questa Roma?
«Dipende molto dai primi mesi. La squadra è nuova, ha bisogno di fiducia e convinzione, deve credere nel nuovo progetto e acquistare autostima attraverso i risultati. Per questo meglio che la prima giornata sia stata rinviata: queste due settimane di lavoro servivano proprio, e poi ora si parte in casa».
Lo scudetto è obiettivo troppo ambizioso?
«Dopo gli ultimi acquisti vedo la Roma davanti a Napoli e Juventus. Forse ancora dietro a Milan e Inter, ma comunque in lotta per i primi tre posti».
E il «Principe» sogna ancora di tornare giallorosso?
«La volontà cè sempre, ma non credo sia arrivato il momento. Un tempo mi vedevo nelle vesti di dirigente, mentre ora ho scelto di percorrere la strada dellallenatore. E poi negli ultimi mesi la Roma ha cambiato molto, deve pensare soltanto a ritrovare sé stessa e fare bene. Un giorno, magari, arriverà anche il momento del ritorno di Giuseppe Giannini a Trigoria»