24/09/2011 12:27
E loperato di Luis Enrique non può essere esente da critiche. Una fase offensiva sterile, una fase difensiva lacunosa, per non dire inaffidabile per la sua disorganizzazione: la Roma attuale è squadra che segna con il contagocce e che alla prima o seconda occasione becca gol.
Il possesso palla, prima qualità richiesta dal suo allenatore, cè ma troppo spesso risulta inutile perchè la manovra, lenta, macchionosa, prevedibile, non ha il corretto sbocco in fase di finalizzazione. Contro il Siena, la Roma ha tenuto palla per il 66% del gioco (3754) ma ha creato soltanto 5 occasioni; il Siena, con un posseso palla del 34% (1919), ha creato 11 occasioni. Luis Enrique nelle ultime conferenze-stampa ha più volte parlato apertamente, esaminando lo schieramento della Roma in attacco, di un trequartista più due attaccanti. Questo significa che il modulo non è il 4-3-3 ma il 4-3-1-2? Impossibile non pensarlo, specie se e quando si sottolinea la posizione tenuta in campo da Francesco Totti, regista dattacco della squadra (trequartista) molto lontano dalla zona tiro. E qui il discorso si allarga: possibile che il miglior attaccante della squadra sia costretto a giocare lontano dalla porta avversaria? Totti, da almeno un paio di anni, si è trasformato in un vero e proprio centravanti, e da centravati ha continuato a segnare come nessun altro nella Roma. Il Totti recente è riuscito a calciare verso la porta avversaria solo su punizione, e la Roma non ha tratto alcun vantaggio dalla sua nuova (vecchia) posizione. A rigor di logica, Luis dovrebbe dare a Totti la possibilità di giocare nella posizione più congeniale alle sua attuali caratteristiche. Quelle più utili per la Roma.
Cè qualche muso lungo, ma la squadra sta (ancora) dalla parte dellallenatore. Anzi, paradossalmente sta troppo dalla parte di Luis visto che in ogni partita i giocatori hanno cercato di seguire alla lettera le sue istruzioni tattiche anche quando sarebbe stato più conveniente ai fini della manovra, quindi del risultato giocare in unaltra maniera. Lallenatore si è detto preoccupato perchè teme che i suoi uomini possano perdere fiducia in quello che stanno facendo perchè scarseggiano i risultati: ecco perchè, ieri mattina, ha invitato a gran voce e con toni a tratti duri la squadra a prendere maggiori iniziative, a essere più sfrontata, più coraggiosa, meno compassata. E dalla parte di Luis cè anche la dirigenza: una fiducia che, ieri, gli è stata ribadita direttamente a più livelli, da DiBenedetto in giù. Non (pubblicamente) da Franco Baldini, colui che lha voluto a Roma, ancora lontano da Trigoria.