Righetti: «Basta più fiducia»

24/09/2011 12:15

E sul piano psicologico? Neanche. Perché sai che nella gara successiva potresti ripetere la brutta prestazione e non fare risultato. Al contrario, se la prestazione c’è, sai che puoi anche perdere o pareggiare una partita, ma prima o poi i risultati verranno. Solo la prestazione paga e può infondere sicurezza. Perché ciò che provi in settimana, lo vedi realizzato la domenica. Quando c’è la verifica, anche di ciò che hai fatto nell’intero periodo. Cos’è, insomma, che manca a questa squadra? L’ha detto Luis Enrique: la fiducia in ciò che fai. Che non si compra certo al mercato. Ma puoi costruire solo lavorando.

Quanto può incidere l’utilizzo di molti giocatori in ruoli per loro inediti? È una cosa che può verificare solo lui. Perché si può fare opera di convincimento presso i giocatori, almeno quelli che hanno più spirito di adattamento. Magari solo in alcune partite e non in tutte. Con Mourinho abbiamo visto Eto’o fare anche il terzino… Se è per questo, giovedì, il si è esibito anche in scivolata, da difensore… Ci può stare. L’importante è che resti un’emergenza e non diventi una costante. Perché prima di ci sono altri dieci, dietro di lui, che possono fare quella cosa. E se Francesco arriva a contrastare nella propria area, vuol dire che qualcosa non va… Insomma, manca la verticalizzazione. Ma, soprattutto, la tranquillità. E solo il tecnico può metterci rimedio.

Servono dei passi indietro? Da parte di Luis Enrique deve esserci la capacità, e l’elasticità, di rivedere qualcosa, perché a volte anche piccole modifiche portano a grandi cambiamenti. Di questo, però, deve essere convinta la squadra. Che non deve fare il compito perché glielo chiede l’allenatore, ma perché sa che ciò che fa è giusto e porta al risultato. Altrimenti non si va da nessuna parte. Il gioco pare ancora molto dispendioso. Dovrebbe essere il contrario. Perché fino a che hai palla tu, sono gli altri a dover faticare per togliertela. E comunque, non è solo un problema di possesso palla. Può anche essere una scelta degli avversari lasciarti il campo, soprattutto se il tuo possesso non è finalizzato in verticale, ma rimane per linee orizzontali. Perché poi c’è la seconda fase: quella in cui perdi palla e devi recuperare. E se non sei organizzato, rischi. C’è una regola, nel calcio, che dice: come attacchi, difendi. Se attacchi bene, difendi bene. Se attacchi male, difendi male. E da lì non si sfugge.