27/09/2011 10:25
Commovente, senza il quasi, vedere il più forte giocatore della nostra storia a trentaquattro anni e trecentosessantatré giorni correre sempre, fino a metà campo, senza mai nemmeno in un momento la postura di un lamento. Ma con gli occhi più veloci delle gambe che non hanno mai corso tanto. Pronto ad abbracciare Osvaldo dopo il gol, Luis Enrique a fine partita, e tutta la squadra - in questa nuova specie di haka - prima dellinizio: non al centro, ma al centro del centro del progetto. Trentacinque anni e la vittoria di Parma per regalo, con (relativa) sorpresa: labbraccio di Thomas Richard DiBenedetto che laltro ieri sera stava al Tardini. Cè una foto che gira su internet, quella qui accanto: parla da sola. Come Totti che non parla direttamente da una vita perché non ha bisogno di farlo.
Lo ha fatto tramite il suo sito prima dellinizio del campionato compiendo il gesto più romanista possibile quando zittì tutte le chiacchiere sopra e attorno a lui, quando disse quello che tutti i tifosi della Roma sognavano di sentire: «Stiamo uniti, siamo tutti con lallenatore con la società». Totti non ha saltato nemmeno un minuto del campionato e cera mezza Roma (quelli che non a caso hanno esultato segretamente per il pareggio con il Siena) che diceva e scriveva: «Francesco non è più titolare»; «Totti per lallenatore è un problema»; «Totti non accetta il ruolo di centrocampista»; «Cè il problema del ruolo»; «Cè il problema del gelo con la società»; «Non si parla con il tecnico». A tutte queste eresie bisognerebbe rispondere soltanto facendo vedere Parma-Roma del 25 settembre 2011. DiBenedetto - che Francesco ha incontrato anche prima della partita - considera Totti semplicemente quello che è: il più forte giocatore dItalia degli ultimi cinquantanni. Ieri è stato abbastanza esemplificativo quello che ha detto Roberto Cappelli, nel suo ultimo giorno da presidente: «A volte si creano delle bolle di sapone, un minimo di verità viene ingigantito mediaticamente creando squilibri che portano fuori dalla giusta via. Come nel caso tra Totti e Luis Enrique. Cè da parte di entrambi lobiettivo comune di lavorare nella stessa direzione. Per la società e per lallenatore Totti è una pedina fondamentale. Se cè una cosa che mi fa stare sereno è proprio laria che si respira allinterno dello spogliatoio. E un gruppo stupendo».
Oggi pizza per tutti e chissà che sorpresa riceverà Totti... Per ora ancora niente conferenze, aspetta sempre - prima di farle - di chiarire definitivamente con Franco Baldini. Ma questa è unaltra storia, di un equivoco che è stato veramente equivoco, non di cattiva fede. Il resto è tutti gli auguri del mondo al più grande giocatore della storia della Roma che della Roma ha fatto la storia. Oggi ogni buon romanista a casa sua dovrebbe spegnere le candeline