27/09/2011 10:22
Carta bianca a un allenatore giovane e pieno di idee innovative, al quale però andava dato il tempo di capire. E il tecnico asturiano non ci ha messo molto a comprendere cosa avesse tra le mani, a consegnare proprio al capitano, giocatore che in troppi si erano sbrigati a dare più volte per finito, bollito, scoppiato, questa nuova Roma targata DiBenedetto. Certo lasturiano è andato vicinissimo al tracollo, quei cinque minuti finali a Parma probabilmente li ricorderà per il resto della sua vita: se il diagonale di Biabiany fosse entrato adesso si parlerebbe di altro e le sirene che invocano i «minestrari» del passato avrebbero ripreso a suonare senza sosta. Fin troppo banale. Ma il calcio è una strana cosa, non è una scienza esatta, vive di esasperazioni assurde soprattutto in una città umorale come Roma e i numeri sono casuali fino a un certo punto: anzi, non lo sono affatto.
Così proprio nel giorno del 35esimo compleanno del giocatore più rappresentativo, arriva linsediamento del ventiduesimo presidente della storia giallorossa. Il primo con passaporto straniero: a stelle e strisce proprio come i Los Angeles Galaxy nei quali Totti sarebbe dovuto finire a «svernare» in compagnia dell amico Beckham. E invece no, lalba della nuova era, culminata con un mercato pazzesco, investimenti daltri tempi, di giovani leve e per la prima volta tutto proiettato nel futuro, avrà ancora un posto di rilievo (o centrale se vi piace di più), proprio per Francesco Totti. O almeno per il Totti visto in queste settimane, un giocatore che ha avuto la forza e il coraggio di rimettersi in discussione e rendersi indispensabile anche per questa nuova Roma. Con il modulo di Luis Enrique gioca troppo lontano dalla porta? Vero, ma limportante era convincere Francesco che con questo sistema, nella posisizone attuale, può far girare la squadra al meglio e di fatto tornare a fare quello che ha già fatto per tanti anni in passato: mandare in porta i compagni, senza rinunciare a fare, quando serve, di testa sua.
Anche qui Totti ha dimostrato intelligenza tattica ma soprattutto la maturità giusta per mettersi, autonomamente, al centro del nuovo progetto. E lo ha capito anche DiBenedetto limprenditore bostoniano piombato da un altro pianeta: ha intuito, vivendo la città, il gruppo e la squadra, quanto Totti sia importante per questa società e si è prestato volentieri al siparietto post-Parma. «Presidè, famose na foto» ha detto il capitano al numero uno giallorosso prima dellimbarco: Tom non si è tirato indietro e nello scatto lo ha baciato sulla guancia come fosse un suo figlio maschio. Per la Roma è una nuova avventura, una rivoluzione calcistica, così come il suo capitano: per Totti la nuova vità è già iniziata.