22/10/2011 11:11
Franco Baldini è tornato a casa e il suo progetto è chiaro. La Roma è in buone mani, per il presente ma soprattutto per il futuro.
IL RUOLO «È quello di coordinare le varie attività di figure importanti: Fenucci, Sabatini, Luis Enrique. Devo cercare di renderle armoniche. Loro sono più importanti di me dal punto di vista specifico, io penserò ad un punto di vista complessivo».
IL RITORNO «Ho detto sì e non so perché l'ho fatto. Ho detto a DiBenedetto: non c'è una ragione per cui debba lasciare la qualità della vita che ho a Londra e un lavoro che mi lascia tanto tempo libero. Ma gli ho detto di sì».
I VIP «Da noi lo status symbol è avere il biglietto gratis, altrove è dimostrare di potersi comprare il posto migliore. Io non avrò un solo biglietto omaggio per tutta la stagione, quando voglio invitare qualcuno lo comprerò».
DE ROSSI «Ho parlato con Daniele, ma il mio interlocutore per il contratto è il suo procuratore, Sergio Berti. Ho detto a Daniele: se la tua voglia di restare è la metà di quella che ho io di tenerti, il contratto lo faremo».
TOTTI «In quella famosa intervista ho speso più amore che altro. Quando ho detto che, a 35 anni, può giocare per altre 4-5 stagioni potevo essere accusato per diffamazione. Ho detto che non deve farsi usare, sapendo che l'ho fatto anch'io: nel 2004, ai tempi della ricapitalizzazione, ci ha messo la faccia e anche i soldi per aiutare la società. Vorrei che lui pensasse solo a giocare. Con leggerezza».
I NEMICI «Quando ho pensato che ci fosse una casta nel calcio, l'ho detto. Ora spero che sia cambiato. Utopia? Forse. Ma i sogni servono».
L'IRONIA «La triade della Roma? Fenucci, l'uomo dei conti, è Giraudo. Io, per i capelli bianchi, sono Bettega. E così Moggi lo deve fare per forza Sabatini...».
ROSELLA «Prendere un caffè con lei anche se, quando me ne andai, mi definirono un consulente di mercato? Le cose personali hanno una sede, le cose istituzionali e di rappresentanza, un altro. Se io rappresento la Roma e lei il Comune di Roma parliamo del secondo caso».
GLI AMERICANI «Ho chiesto a Pallotta: volete fare speculazioni con la Roma? Dovevo decidere se accettare o meno, dovevo essere diretto. Mi ha detto che i soldi li ha fatti con i fondi di investimento, ma che con la Roma voleva fare qualcosa di buono per questa società, per le sue origini italiane e per la voglia di fare qualcosa di buono abbinato al suo nome. Poi non posso escludere che, se non riuscissero nel loro intento, soprattutto per quello che riguarda la costruzione dello stadio, potrebbero cambiare idea».
IL PEP «Ho chiesto a Guardiola: vuoi provare a Roma, dopo aver vinto tutto? Però, quando ho parlato con Luis Enrique l'ho adorato subito. Ha un grande ascendente sui giocatori, è rispettato. Con uno così mi sento sicuro. Sarà sicuramente un grande allenatore».
Buon lavoro.