In rigoroso ordine alfabetico. Tre caratteri diversi, tre giocatori ancora più distanti tra di loro: un centrocampista dagli ottimi piedi e dai muscoli fragili, un attaccante dal talento sopraffino e dal carattere incomprensibile, un difensore forte ma spesso vittima della sua stessa irruenza. A Milano, per motivi diversi, sembrano aver trovato
una nuova vita. Aquilani, dopo la delusione per il mancato riscatto da parte della
Juventus, ha preso prima casa vicino al
Duomo e poi ha iniziato a ritagliarsi sempre più spazio fino a diventare, complice lassenza di
Gattuso, un titolare fisso. Cassano ha avuto un percorso per certi versi simile: ha vinto lo
scudetto da non protagonista, si è presentanto al ritiro estivo in sovrappeso (non una novità) ma poi ha iniziato a mettere in fila grandi prestazioni, gol e assist tanto da costringere Allegri a non toglierlo mai. Per Mexes invece la maglia rossonera è quasi una novità visto che lha indossata soltanto due volte: la prima il
Champions contro il Bate il 19 ottobre, la seconda due giorni fa a San Siro contro il Parma.