La Roma più bella non si è ancora vista

03/10/2011 10:50

Molti tifosi che avevano accolto con entusiasmo il nuovo corso diranno adesso di aver sem­pre saputo che sareb­be giunto questo mo­mento. Ed è giusto co­sì. I tifosi hanno il do­vere di credere, di avere fiducia, di affi­dare le speranze al­l'ottimismo. Il loro è un atto di fede. La cri­tica ha invece il dove­re di osservare e di analizzare, di dubita­re, di usare la frusta. Quello che esercita è il diritto di esame. E a volte non è suffi­ciente riferire la veri­tà, ma bisogna arri­vare a sezionarla. E allora proviamo a sezionare anche que­sta bella e corrobo­rante vittoria contro la squadra del mo­mento. Si è vista in campo la Roma più bella dall'inizio di stagione, ma ancora psicologicamente troppo volubile. Ci so­no molti difetti da li­mare, specie in dife­sa, nel dominio delle palle alte. Sotto que­sto profilo Kjaer è una garanzia, ma Heinze è di una im­portanza fondamen­tale nel saper guida­re il reparto e Burdis­so possiede l'agilità indispensabile per ri­cucire gli spazi brevi. Anche José Angel va rieducato in fase di copertura, mentre è sicuramente merito dell'allenatore la scelta di Rosi, auten­tico dominatore della fascia destra. Nel processo di trasfor­mazione del gioco e della squadra merita un posto di primissi­mo piano , che ha finalmente com­preso di poter dare spettacolo come per­no centrale di tutta la manovra. E' un ruolo che gli si addice per diritto di classe e di primogenitura e che gli garantisce una ve­ste da protagonista anche nella Roma del futuro. Per lui comin­cia a non contare più tanto il gol, quanto la tecnica, il piacere di battersi e di fungere da punto di riferimen­to per tutti i suoi com­pagni di gioco.

Il tanto atteso Bo­jan ha finalmente rappresentato una eccitante novità, sia per aver saputo rea­lizzare un gol da au­tentico fuoriclasse, sia per i movimenti offensivi, sempre molto efficaci. Infine Simplicio, che sem­bra integrarsi a Pja­nic e alla manovra di centrocampo quasi in virtù di una meccani­ca segreta ( o magia sinergica).(...) Una ci­tazione particolare la merita Pizarro. Con l'uscita di gli è stato affidato un com­pito che gli imponeva di entrare due volte nel ruolo, come parte in causa e come tuto­re della squadra. Non doveva lasciarsi vin­cere dal desiderio di imitare il capitano. Gli è bastato imitare Pizarro, che in quan­to a cifra di classe e di esperienza è una garanzia.