29/10/2011 12:52
Ciao grande immenso Agostino Di Bartolomei. Roma-Milan è un saluto a tanti ex diversi, della storia: Liedolm, Nils Liedholm su tutti, Carlo Ancelotti, Aldo alè Aldo Maldera,Nordahl, Schiaffino, Ghiggia, Sormani, Prati, Cudicini, Vierchowod, Collovati, Buriani,Turone,fino ai Massaro ai Panucci e aiCafu,fino a Cassano e Aquilani che ex non l'avrebbe mai dovuto essere. Mexes non ci sarà ed è meglio per tutti: quelle lacrime con la Sampdoria somigliano troppe a quelle altre di Emerson poi depresso perché glimancava il sole di Torino.
E di Milano.Troppi doppi ex.Troppe magliette. Ma Roma-Milan è stata e per noi sarà ancora la sfida delle bandiere,quella ammainata con rancore a casa sua da Paolo Maldini,quella che sventola fiera diFrancesco Totti. Un uomo,una maglia,una squadra. Oggi ci sarà Daniele De Rossi a portarla alta in campo.Un altro uomo,la stessa maglia,la stessa bandiera. Mille altre saranno intorno.Tanti Roma-Milan giocano in questo Roma-Milan,c'è anche Luis Enrique che rivede,sopra il gomito alto,Tassotti dai tempidi Usa '94 (forse gli americani qui sono sbarcati apposta):lagomitata gliela può pure perdonare,meno il suo passato laziale. Roma-Milan è oggi,adesso,tra poco,eccolo, ore 18 in questo stadio e intorno quelle mille e mille bandiere.C'è stato un tam tam in settimana:"Vieni allo stadio con una bandiera".Un'altra cosa da romanista, un'altra cosa romantica,di un calcio che non c'è più se non nel cuore della Curva Sud: che non fa scenografie al calcio moderno, né moine alle televisioni, e dopo i fumoni del derby , tira fuori lo spettacolo sempre e soltanto dal vecchio armadio della nonna. Quanto calcio c'è sotto quella polvere: ci trovi il pallone. L'ultima volta qui loro si permisero di diventare Campioni d'Italia proprio qui. Se non un'onta,sempre qualcosa da spazzare via. A colpi di vento. Di bandiera.A colpi di Roma,colpita ma non affondata a Genova:oggisarà un Roma-Milan affascinante e rischioso,affascinante perché la Roma si gioca tanto e niente. Tanto perché vincere contro loro (perché il Milan per "noi" sarà sempre un "loro") significherebbe girarla del tutto questa rivoluzione. Niente, perché la rivoluzione continuerebbe comunque, e comunque continuerà.
Altro che mulini a vento, i milioni e le televisioni di Berlusconi, i blasoni e le tradizioni. Sempre dalla parte di Spessotto - direbbe il poeta - cioè dalla parte della scucchia sbarazzina di Luis Enrique contro la pelata di
Galliani,dalla parte della poesia di Sabatini e non delle chiamate di Meani, dalla parte di chi combatte la Tessera del Tifoso e non da Maroni che oltre a fare il ministro diquesta repubblica è milanista.
Dalla parte di Baldini che ha girato quasi come i sette messaggeri di Buzzati sette anni per tornare a giocare questa stessa partita,lastessa partita,sempre da questa parte.Roma- Milan è tanti Roma- Milan,ma sempre da questa parte ci troverete: quella dichiva allo stadio con un sentimento da vivere.Portandosi dietro una bandiera.