09/10/2011 11:11
Assist C'è tanta poesia nel gol del 4-0 al Lussemburgo. Un po' perché quel destro al volo dal limite dell'aria ha strappato applausi a tutti (Complimenti Miralem!, è stato il post di ieri della pagine Facebook ufficiale della Roma), un po' perché è nato dall'assist di Senad Lulic, esterno della Lazio con cui Pjanic si è pizzicato (in modo goliardico) in questi giorni sul derby. «Lo vinciamo noi», «Mi dispiace, la festa sarà nostra». Di certo, per ora, c'è che Pjanic su questo derby ci vuole atterrare da protagonista e il gol al Lussemburgo potrebbe davvero averlo sbloccato definitivamente. L'uomo senza frontiere (nato in Bosnia, cresciuto in Lussemburgo ed esploso calcisticamente in Francia), fuggito ad un solo anno dalle tragedie belliche di Sarajevo e con il cuore colorato di pennellate alla Zidane («È sempre stato il mio idolo»), è uno dei punti fermi di Luis Enrique. Per la tecnica, per la serietà e per la sua versatilità ed intelligenza calcistica. Faccia pulita, nessun tatuaggio, una vita tranquilla divisa nella Capitale con la ragazza. A volte, nel mondo di oggi, sembra sbarcato da Marte, ma ha la testa per tornarci. Volando in alto.
Trequartista Del resto, finora i derby di Pjanic sono stati quelli con il Nancy (quando era al Metz) e con St.Etienne e Marsiglia (quello che in Francia chiamano Choc des Olympiques), quando vestiva la maglia del Lione. Roma-Lazio è altro e Miralem lo sa. Tanto più che se Totti non ce la farà (la lesione muscolare migliora, ma i dubbi sono molti), toccherà a lui giocare al centro dell'attacco. Già, proprio lì, perché Luis Enrique ci crede e lì lo ha fatto giocare nel finale con l'Atalanta (suo l'assist a Simplicio). D'altronde le cose più belle della sua carriera Pjanic le ha fatte proprio da trequartista, al Metz e nel primo Lione. E ora vuole ripetersi, suonando magari note ancora bellissime.