01/10/2011 10:54
prima che un freneticio avvio di stagione proiettasse l'Atalanta sulla vetta della classifica,Primato virtuale, che testimonia però una condizione fisica e una solidità psicologica di rispettabile livello. Alla ricerca della prima vittoria di fronte al publico di casa, in un Olimpico fin qui arcigno verso le romane, Luis Enrique e la sua giovane legione dovranno risolvere un rebus complesso, anche per i naturali impacci che la squadra accusa contro formazioni saldamente attestate a protezione della loro area. Ha espresso, il tecnico spagnolo, l'auspicio che il tifo romano moltiplichi i suoi slanci affettivi, dando un seguito ai felici segnali emersi dopo la vittoria di Parma, che ha scacciato il primo degli incubi, l'assenza del risultato pieno. Stavolta si tratta di esorcizzare i fantasmi dello stadio di casa: la Roma è obbligata, dal forzato ritardo nell'asemblamento di forze nuove, a praticare la politica dei piccoli passi, Luis Enrique ha già delineato un cammino lungo e paziente, una quieta posizione di attesa che anche il tifo dovrebbe rispettare.
L'Atalanta giocò un brutto scherzo ai giallorossi, in un match di Coppa Italia: un fantastico gol di Bellini, che sarà in campo anche stasera, portò all'eliminazione e alla feroce contestazione dei più scalmanati il giorno successivo, preso di mira in particolare Cafu, forse troppo abbronzato. Ma in quella stagione la Roma avrebbe vinto il suo ultimo scudetto, così il ricorso storico non è poi così ingombrante. Al big match di Milano, grande assente Cavani, caviglia fuori uso dopo il trionfo europeo, mentre potrebbe recuperare Pazzini, una delle armi vincenti del nuovo corso dettato dal saggio e realistico Ranieri. Il pomeriggio festivo apre orizzonti rosei all'Udinese, che a Glasgow ha mandato a fare esperienza i suoi ragazzini da scezzare, compito duro invece a Firenze per la Lazio, che ha voluto onorare il suo impegno europeo e potrebbe pagare un conto non esiguo in termini di dispendio di energie e di stress psicologico. Questo passa il convento, ma non tutti sono disposti a indossare il saio.