BABY ROMA - Questa è una Roma che non trova continuità. Nemmeno nelle scelte dellallenatore sembra esserci grande criterio, se non quello di tenere tutti sulle spine. A Marassi, davanti allintero stato maggiore della società che si insedia ufficialmente oggi, Luis Enrique decide per lattacco più giovane possibile, rinunciando a Osvaldo in previsione del Milan:
Lamela-Borini-Bojan, sessantanni precisi in tre. Lultima trovata alla spagnola. Confermato invece il centrocampo tecnico, con il triplo regista. Ma anche il Genoa entra con lidea di giocare a calcio: Palacio, seguito in estate proprio dalla Roma, è lunica punta, assistita da Merkel e Jankovic. Proprio Jankovic, solo 94 minuti in campionato prima di questa serata, diventa la mossa più funzionale del piano di Malesani. E lui che copre la fascia destra, occupandosi di Josè Angel, è lui ad accelerare e ad alzare il pressing improvvisamente. Come in occasione dell1-0, quando si inserisce su un passaggio corto di Heinze a centrocampo e lancia Palacio verso Stekelenburg. (...)
ASSALTO - Non era mai successo alla Roma di Luis Enrique di prendere un gol prima dellintervallo. E lapprodo alla ripresa non è migliore, tanto che Heinze rischia subito un rigore su Palacio. Lamela, decisamente meno bravo rispetto al debutto, ha una palla gol piuttosto comoda di testa ma la tira addosso a Frey. A quel punto la Roma cambia: dentro Osvaldo, Bojan va a fare il trequartista, Greco sostituisce Pizarro in mezzo (è il ventiquattresimo giocatore utilizzato in otto giornate). Poi addirittura Luis Enrique manda Borini a muoversi da esterno destro, con Borriello al posto di Perrotta. E una Roma ormai scriteriata, con quattro attaccanti e due registi. Eppure il pareggio arriva, grazie alla caparbietà di Borriello e allingenuità di Bovo (romano e romanista) che regalano un cross comodo da spingere in porta per Borini, al primo gol in serie A. In tribuna DiBenedetto esulta ma non ha ancora visto il finale. La Roma, su richiesta del suo allenatore, si lancia in avanti per capovolgere il risultato. Ma invece un innocuo calcio dangolo certifica la duecentesima vittoria di Malesani in Italia. (...)