Mazzone: "Luis è bravo, col tempo sarà grande"

20/11/2011 12:08

 
Lei ha girato molte squadre ma è stato quasi sempre molto amato dai tifosi. «Onestamente devo dire che, forse perché ero simpatico, credo di aver lasciato buoni ricordi dappertutto. E questo mi fa piacere. È una cosa che si avverte soprattutto quando si va in pensione e si incomincia ad invecchiare, come accade a me. E allora, quando sto da solo con me stesso, mi faccio i complimenti, per essermi comportato bene e aver stabilito bei rapporti con tutti. Ovunque». Torniamo a questo Roma-Lecce. «La Roma sta facendo qualcosa di importante, però bisogna darle del tempo. Quando, all’inizio, ho espresso delle perplessità riguardo al tecnico, l’ho fatto perché da sempre vado sostenendo che è l’esperienza che fa l’allenatore. E non solo nel calcio. Non bastano la tecnica, la tattica e la fisicità, che pure vengono insegnate nelle scuole come Coverciano. Serve anche la psicologia, che è l’arma vincente di un allenatore e che si acquisisce solo con la maturità e l’esperienza. Tanto più in una piazza come Roma, dove le pressioni da gestire sono tantissime. Io stesso, al mio primo anno con l’Ascoli, mi trovai a pensare di essere bravo. Dieci anni dopo, mio fratello gemello – che sono sempre io – nel ripensare a ciò che m’ero detto da solo, mi fece capire quanti errori avevo commesso nel frattempo. Questo per dire che un tecnico giovane può essere bravo, e Luis Enrique certamente lo è, ma col tempo potrà esserlo anche di più». Forse conta anche l’intelligenza. Che permette di capire come meglio relazionarsi. Pensiamo ad esempio a Guardiola, che lei conosce bene. «Lui è l’eccezione che conferma la regola». A Luis Enrique, quindi, cosa bisogna augurare? «Tranquillità e serenità. Lui ha portato qualcosa che conoscevamo ma che da anni non veniva più realizzato. Il possesso palla, che è ciò che predicavo anche io. “Palla a terra” dicevo, perlomeno dove ho avuto i giocatori per farlo. Luis Enrique li ha, perché i giovani che ci sono in questa Roma sono tutti di grande qualità. Anche loro devono solo acquisire esperienza. E i risultati, a quel punto, non potranno non venire».