Osvaldo e Lamela, più pizze per tutti
30/11/2011 10:25
Fabrizio Grassetti, presidente, dellUtr, condivide la scelta della Roma di punire Osvaldo. «Ho seguito bene la
vicenda e mi sono fatto una mia idea. Tengo a precisare che non parlo a nome dellUtr ma a titolo personale. Per quanto mi riguarda condivido a pieno il discorso che fa la società, anteponendo la responsabilità alla convenienza: Osvaldo ci avrebbe fatto sicuramente comodo al Franchi, ma ammesso che sarebbe servito a farci guadagnare punti io credo che sia più importante lavorare per un futuro migliore», dice Grassetti. «La serietà che i dirigenti stanno mostrando oggi potrebbe servire domani a fare della Roma un grande club. Allo stesso tempo - prosegue - pregherei tutti di non esagerare nel condannare il calciatore. La punizione è severa ma giusta, il ragazzo capirà che ha sbagliato e sarà importante riaverlo tra noi con lo spirito giusto. Escludere Osvaldo non significa abbandonarlo o scaricarlo, dovrà superare questa fase senza strascichi per arrivare ad una successiva unità dintenti». Ora però bisogna unirsi: «La sconfitta di Udine brucia, ma il mestiere
del tifoso resta sempre quello di creare le condizioni affinché la squadra possa dare il massimo - dichiara il
presidente dellUtr -. Siamo alla vigilia di tre partite importanti e impegnative: compattiamoci e facciamo il tifo per questo gruppo, poi vedremo come andranno le cose. E speriamo di ritornare a sorridere dopo la trasferta di Firenze. Daltronde al termine della sfida con il Lecce vedevamo tutto rosa».
Mimmo Afflitto, presidente del Roma Club Testaccio, è di quelli della vecchia scuola. Ne ha viste e sentite
tante, cosa sarà mai una mezza scazzottata da spogliatoio: «Si tratta di peccati di gioventù. Magari si poteva provare a puntare su un gruppo un po più omogeneo con qualche vecchietto in più e magari certe cose
si potevano evitare o, per lo meno, gestire diversamente; ma accadono ora così come accadevano in passato, non mi scandalizzerei». Se è vero che di episodi analoghi ne sono sempre accaduti, quel che di certo e cambiato è la società, la cui politica rispetto a questo genere di situazioni è evidentemente diversa: «Si è deciso di adottare questa linea dura, anche se non conosciamo i dettagli di ciò che è accaduto. La società ha deciso così, quando si è scelto questo piano societario e questo tipo di allenatore si sapeva che ci sarebbe stata una condotta diversa dalle precedenti gestioni, quindi vanno accettate le decisioni per quello che sono. Ora ci vuole calma e sangue freddo, bisogna dare tempo e stare bene se potete come diceva mio padre. Diciamo che eviterei di cominciare a fare casino a Trigoria destabilizzando ulteriormente un ambiente già di per sé poco stabile». Quel che importa in questi casi è cementarsi, non sfaldarsi: «Le squadra sembra unita, si allenano tutti insieme Osvaldo compreso. Sarà difficile uscirne, ma per farlo bisognerà provare a dare continuità a questo progetto e sostenere le decisioni di tecnico e società».
A Firenze Manuel Pablo Osvaldo lo conoscono bene. Troppo recente la sua esperienza nella Fiorentina per non avere ancora impresso il ricordo della sua esperienza in Toscana, non delle più memorabili a quanto pare. Questa lopinione di Giuseppe Radatti, presidente del Roma Club Firenze:
«A noi Osvaldo
onestamente non piace, anche se dobbiamo ammettere che ad oggi sta facendo bene e i gol che ha messo segno ne sono la dimostrazione. A Udine poi si è davvero fatto un mazzo così, quindi capisco anche il nervosismo nel vedere un po di superficialità nelle giocate di Lamela o di qualche altro giovane», ha puntualizzato subito. Ma le responsabilità sono di Luis Enrique, reo di aver creato un po di confusione allinterno della rosa:
«Vorrei dire che secondo noi del Roma Club Firenze questo episodio è figlio del casino che sta facendo Luis Enrique nello spogliatoio; sarà pure innovativo, ma cè molta confusione nelle scelte tecniche, non cè ancora una formazione titolare e alcuni giocatori non vengono impiegati malgrado siano da considerarsi ideali al sistema di gioco che ha in mente il tecnico o sono reduci da buone prestazioni. Ci si chiede il perché di questi continui cambiamenti». La mano della società, però, a suo dire è stata un po pesante:
«La multa ci sta, il fuori rosa mi sembra eccessivo anche perché le scuse ci sono state da parte di Osvaldo». Di certo non è il momento di scoraggiarsi: «Bisogna compattarsi come squadra e come ambiente e superare queste difficoltà anche perché ci aspetta un trittico di partite davvero difficili contro avversari come Fiorentina, Napoli e Juventus».
A
Gianfranco Rosati, dellAirc, dover rinunciare a uno come Osvaldo dispiace. «
Premetto che non conosco bene i fatti del dopo partita di Udine. Il giudizio cambia a seconda di quello che è accaduto, non so dettagliatamente che cosa sia successo. Detto questo, vorrei soffermarmi sulla punizione che la società ha deciso di infliggere allattaccante. Innanzitutto mi stupisce che questa cosa abbia avuto tanta risonanza. Sono litigi che capitano - spiega -,
da sempre. E perciò strano. La pena pecuniaria la trovo giusta, ma non condivido la decisione di escludere Osvaldo per la trasferta di Firenze. Siamo in un momento delicato, non abbiamo abbondanza di attaccanti. Privarsi di un giocatore così grintoso per una sfida così importante mi sembra sbagliato. Anche perché a Roma scene del genere, con screzi tra calciatori, le abbiamo già viste». Per quanto riguarda landamento altalenante dei giallorossi, Rosati ritiene che Luis Enrique abbia le sue responsabilità, ma non bisogna abbandonare la Roma proprio ora:
«Sono abbastanza scettico sul credo del nostro allenatore e sulle sue convinzioni tattiche. Ma è altrettanto chiaro che noi dellAirc tifiamo sempre e comunque. Faremo un pullman per il Franchi, perché bisogna compattarsi in vista di un trittico di partite davvero dure. Giudizi ed eventuali discorsi pessimistici rinviamoli ai giorni successivi alla sfida col Bologna. Adesso servono i tre punti e la giusta mentalità per andare a prenderseli a Firenze. Con Osvaldo, se possibile».
Chi meglio di un ex giocatore, nonchè profondo conoscitore dellambiente romanista, è più adatto per giudicare un episodio come quello quello capitato ad Osvaldo e indicare la strada da seguire per uscirene ed evitare inutili destabilizzamenti. Sergio Santarini, grande difensore della Roma, dove militò dal 68 all 81, è di quelli che sposano la politica della società: «In questi casi la mano pesante della società secondo me male non fa di certo. I giocatori vanno responsabilizzati e devono accettare qualunque decisione. Sono cose che succedono, è come quando litighi col migliore amico, passato il momento bisogna recuperare il rapporto e tornare ad essere amici come mi risulta che i due di fatto sono». Parola dordine restare uniti: «A questo punto bisogna ricompattarsi sia come squadra che come ambiente, non bisogna assolutamente perdersi danimo. Ricordo che ai tempi in cui giocavo ci furono un sacco di critiche per il fatto che fummo io e Turone a proporre a Liedholm di giocare a zona, come se lui fosse uno sprovveduto e non fosse in grado di valutare autonomamente le bontà della proposta. Ma noi rimanemmo uniti contro le critiche, quando le cose non andavano cera sempre il placet di tutti i giocatori, anche di quelli che giocavano di meno. Se la squadra ragiona in questo modo e supera il momento stringendosi, con il supporto da un ambiente che fa lo stesso, il periodo può essere accantonato, anche perché sarebbe un peccato vanificare un progetto ancora in essere prima ancora di trovare un equilibrio vero e proprio».
Giacomo Losi di litigi tra calciatori ne avrà visti molti. Per Core de Roma, però, a certe situazioni deve essere attribuito il giusto peso: «La punizione ad Osvaldo? Cè un regolamento e va rispettato. Il provvedimento andava preso anche nel caso in cui il giocatore abbia ragione, cosa che non so e non posso sapere. Tra compagni ci possono essere incomprensioni e chi non riesce a controllarsi finisce col fare una cosa che non deve fare. Osvaldo a Firenze sarebbe certamente tornato utile, per cui un po dispiace. Però la Roma ha altri giocatori di qualità, per esempio Borriello e Totti, se stanno bene». Prosegue Losi sullandamento della Roma: «Ora siamo alla vigilia di tre partite davvero difficili e bisogna stare vicini alla squadra, anche se mi permetto di dire che forse lallenatore pecca un po di inesperienza. Luis Enrique cambia troppo, e cambia troppo anche i ruoli. Dovrebbe trovare un assetto definitivo senza cambiare tre o quattro giocatori a partita. Sono dellavviso che il campionato italiano richiede gruppi omogenei e collaudati. Inoltre - prosegue lex difensore giallorosso - vorremmo vedere qualcosa di interessante da questa Roma, perché i giocatori sono tutti importanti e Sabatini ha lavorato bene. Bisogna cominciare a finalizzare tutta quella mole di possesso palla». Infine una speranza: «Mi auguro che con la fiducia e col tempo che stiamo dando alla squadra, questultima possa migliorarsi. Attenzione a criticare troppo, getteremmo alle ortiche la possibilità di fare il tanto atteso salto di qualità. Meno male che i tifosi stanno pazientando».