Walter Sabatini inquadra la prova della
Roma al Friuli, evidenziando anche gli strascichi per la quinta sconfitta in 12 gare di campionato (sesta se si conta anche quella di
Bratislava in 14 partite ufficiali). La timidezza si riscopre nelle poche chance avute: contro l
Udinese, seconda volta senza reti in questo torneo (era successo già con lInter, ma a San Siro finì 0 a 0) e terza in assoluto e sempre in trasferta (contro lo Slovan in Europa League). «
Non abbiamo avuto furore per affrontare una squadra come quella di Guidolin. Mi aspettavo più arroganza e voglia.
Sono mancate la pressione e la carica delle partite precedenti. Ora dobbiamo rialzarci», insiste il ds. «
Magari era anche una partita da zero a zero, la riguarderò. Non siamo soddisfatti, ma dobbiamo abituarci a qualche battuta darresto e lavorare con serenità. I giocatori che abbiamo non sono giovani, sono forti e i forti devono giocare e vincere le partite. Non centra letà. Lallenatore saprà come gestire questa settimana un po grigia». Lo spagnolo ha cambiato ancora schieramento e forse stavolta avrebbe dovuto confermare almeno il centrocampo con
Gago, De Rossi e Pjanic che funzionava alla grande. «
Ha sempre attinto brillantemente al gruppo. Sono scelte che lui fa e che in altre circostanze ci hanno premiato. Il nostro gioco, però, deve essere sempre lo stesso a prescindere dagli interpreti. E se non riusciamo a fare quello che vogliamo non deve essere obbligatoria la sconfitta... Lui difende la squadra, sempre» chiarisce Sabatini.
Che dovrà per forza cercare un centrale difensivo. Dopo il
grave infortunio di Burdisso, lo stiramento ai flessori per
Kjaer. «
Già prima la coperta era un po corta. Con lallenatore ci eravamo proposti di parlarne in un momento più tranquillo. Bisogna vedere come sta Kjaer: il suo stop ci complica il cammino». Un chiarimento su
De Rossi: «
La trattativa è difficile e serrata. Lui può giocare tranquillo». A proposito di mercato il manager di Nilmar conferma il nuovo interessamento per lattaccante del Villarreal. «
False le voci che voglio andar via», spiega
Juan. «
Non meritavamo di perdere. Siamo forti e dobbiamo credere nel progetto»