07/11/2011 09:36
Non che, fin qui, avesse avuto particolari demeriti (male contro lo Slovan in Europa League e in parte a Genova) ma da lui, il portiere cresciuto nellAjax e pilastro della nazionale arrivata seconda allultimo Mondiale, ci aspettava di più. Ci si aspettava, in sostanza, quello che ha messo in mostra sabato sera: dare sicurezza alla difesa e compiere pochi, ma decisivi, interventi. Lo ha fatto, Maarten. E pure alla grande. La sua partita, come al solito, era iniziata prima dei compagni. Riscaldamento sotto il diluvio (e con Claudia Mori e Celentano come sottofondo musicale, non si sa quale delle due cose fosse peggio..), qualche battuta con Curci e il preparatore Nanni, tante uscite provate, sia alte sia basse. E pure una bella parata, su tiro dal limite dellarea di Pjanic che, infatti, sorride e scuote la testa. Nel primo tempo si limita allordinaria (che poi su un terreno così non è poi tanto ordinaria) amministrazione, mentre nel secondo diventa decisivo. Quando, poco prima del gol di Bojan, Meggiorini si invola sulla destra, lascia sul posto Cassetti e si avvia solo soletto verso la porta. Lì, due soluzioni: passare al centro per un compagno o tirare. Lattaccante del Novara decide di volere gloria personale, tira, convinto di far gol facile facile. E invece, sulla sua strada, trova il portierone romanista che si allunga, copre bene lo specchio, e manda il pallone fuori. I compagni se lo abbracciano, in tribuna si tira un sospiro di sollievo. Segnano Bojan e Osvaldo, la Roma vince, Stek esulta nella sua porta. E al fischio finale corre, ancora, verso gli altri giocatori. Che non dimenticano certo quanto fatto qualche minuto prima del vantaggio dello spagnolo. Per questo lo abbracciano, gli danno il "5" e negli spogliatoi lo festeggiano più di tutti. Consapevoli, e non certo da sabato, di avere in squadra una sicurezza.