Dove nasce la Serie A Sono Juve e Roma le prime della classe

02/12/2011 08:15

Storici Il risultato, in realtà, è prevedibile. I vivai storici si confermano, e producono. Budget alti (le big sono sui 5 milioni a testa, poco meno della metà per le altre) e metodologie di lavoro differenti (c'è chi tira su i ragazzi per tutta la trafila e chi fa scouting ovunque e poi recluta), ma risultati tangibili.

Prime e Roma, appena dietro Atalanta e Milan. Tra queste, non a caso, ognuna ha tra i titolari almeno un ragazzo fatto in casa. Alla c'è Marchisio (più De Ceglie e Marrone), il Milan si è costruito da sé i terzini (Abate e Antonini). Più ampie le colonie di Roma e Atalanta, anche perché fortemente legate al territorio: i giallorossi, per esempio, ne hanno 6 di cui 5 romani, stesso numero di bergamaschi su 8 prodotti locali. Ma la produzione personale è la vetta di un iceberg, perché i grandi vivai sfornano anche e soprattutto per gli altri. I giovani vanno in prestito, e lì c'è una prima scrematura. L'esperienza forgia (torna l'esempio Marchisio: con Deschamps in B giocava, poi si è fatto un anno a Empoli ed è tornato in bianconero pronto per la A), certo, ma in tanti non ce la fanno a riprendersi la maglia di quando erano ragazzi anche se poi esplodono altrove. Cresciuto tra Viterbese e Inter, Bonucci entrò dalla finestra al come parzialissima contropartita di Motta e Milito, due anni dopo la lo ha pagato oltre 15 milioni. Però possono venire fuori delle ottime pedine in vista mercato. Parma, Chievo e sono le uniche in A che non hanno in rosa (Primavera aggregati a parte) calciatori formati nelle rispettive cantere. Poco attive e attente sui giovani? Tutt'altro, perché hanno ragazzi sparsi dappertutto. Specie il , ha un settore giovanile di primo livello e controlla circa due dozzine di baby tra A e B. La scorsa stagione uno di questi, El Shaarawy, esplose a Padova, e in estate solo per la metà ha ricavato dal Milan 6,5 milioni più Merkel (a metà pure lui). Quest'anno il colpo potrebbe ripetersi, visto che sui migliori ci sono già gli occhi delle grandi, ma qualcuno potrebbe tornare alla base in pianta stabile. Anche le milanesi ne controllano tanti giocatori, ma in questi ultimi anni — complici le liste Uefa — i migliori si tende a portarli in orbita prima squadra: l'Inter non considera più giovani Obi e Faraoni (quest'ultimo tra chi è stato «formato a metà»: due anni fa arrivò dalla Lazio) e a centrocampo potrebbe calare a breve l'asso Duncan, il Milan tiene in caldo De Sciglio e Valoti (figlio d'arte, preso l'anno scorso dall'AlbinoLeffe) e l'altro Boateng, Kinglsey.



Produzione estera
L'altro dato che emerge è quello dei vivai esteri. Soprattutto argentini, visto che in A ce ne sono 51 (dopo i brasiliani in Portogallo, la colonia straniera più ampia d'Europa). E siccome l'Argentina è un paese da cui di solito i giocatori li prendiamo già fatti non c'è da stupirsi se, quanto a produzione di giocatori di A, i grandi vivai di Baires e dintorni rivaleggiano con i nostri. In questa Serie A ci sono 9 calciatori rifiniti dalla e altrettanti dal Boca Juniors: solo il Palermo ne ha 3 (Munoz, Silvestre e Bertolo). Il Newell's ne ha prodotti tanti quanti Brescia, Cesena e Torino, River e Danubio (che è Uruguay, ma vabbè...) a quota 6 vengono prima di Lecce, Cagliari, Palermo, . Tra le europee, prendiamo parecchio da Partizan (la , soprattutto: 4 su 5) e Ajax. Effetti collaterali del calcio globalizzato.