14/12/2011 09:24
Prima di presentarsi davanti alle telecamere infatti, Luis Enrique ha parlato per una decina di minuti con Baldini e Fenucci, raggiunti qualche minuto più tardi da Walter Sabatini: a loro ha detto di essere soddisfatto dellatteggiamento della squadra, del carattere messo in campo e anche del gioco espresso. Lunico dispiacere veniva dal risultato ma, mai come in questo caso, secondo Luis Enrique si è trattato di una casualità (se Buffon non avesse parato il rigore di Totti...). Tanto per far capire poi quanto tra la società e il tecnico ci sia unità dintenti, la Roma ha accolto una richiesta fatta da Luis Enrique già a Riscone: «Perché - erano state le sue parole - quando andiamo in trasferta in posti vicini non partiamo direttamente il giorno della partita?». Detto, fatto: la Roma andrà a Napoli in treno direttamente domenica mattina. Rientro dopo la partita, in pullman (a Bologna si andrà con laereo). In Spagna e in Inghilterra, molto spesso, si fa così. Anzi, addirittura i giocatori, quando le partite si giocano in casa, arrivano allo stadio direttamente con le proprie auto, ma questo in Italia - al momento - è utopia.
IL MODULO Non è utopia invece vedere come Luis Enrique contro la Juve abbia apportato delle importanti
novità tattiche. Per prima cosa rispetto al passato si è adattato di più agli avversari e, sapendo dellimportanza
di Pirlo nel gioco bianconero, ha messo un uomo (Pjanic) su di lui e ha ordinato alla squadra di pressarlo
senza sosta per impedirgli di creare occasioni. Anche per questo il centrocampo della Roma si è comportato
in modo diverso rispetto al solito. Il regista davanti alla difesa - Viviani - non è stato lasciato solo come accade quando giocano De Rossi o Gago ma gli è stato affiancato Greco, in una sorta di 4-2-3-1. Già, tre. Perché Pjanic, oltre al compito di limitare Pirlo, ne aveva anche un altro: fare il trequartista. Lui, spesso e volentieri. Con Osvaldo a destra e Lamela a sinistra. Magari i ruoli non congeniali per entrambi, ma se la sono cavata benissimo, soprattutto lex River Plate. Lunica punta, anche se pure lui tornava spesso a centrocampo a pressare, era Francesco Totti, che ha giocato 90 minuti intensi e convincenti. Anche dal punto di vista del ritmo, che era la cosa che più gli mancava visto che, tolti i pochi minuti col Lecce, il Capitano non giocava dal
primo ottobre. La squadra è sembrata meno spagnola rispetto al solito, più passaggi in verticale invece che in orizzontale, tanta corsa e carattere. Quello che chiedeva Luis Enrique, nonostante cè chi si ostini a vedere il contrario. Oggi, alla ripresa degli allenamenti, il tecnico ribadirà questi concetti ai giocatori. Ma per vedere se quello contro la Juventus è stato davvero un punto di partenza, domenica a Napoli servirà dare un seguito. La convinzione del tecnico è che la squadra sia pronta per unaltra grande partita.