30/12/2011 08:29
1 La «normalizzazione» di Luis Enrique.
Sarà vero che prima di affrontare la Juventus l'asturiano ha smesso di comportarsi da fenomeno e iniziato a fare l'allenatore? Da quel momento si è vista una Roma diversa, con la stessa voglia di fare la partita, ma finalmente disegnata anche sulle caratteristiche dell'avversaria. E quindi, eccola catenacciara contro la Juventus, cinica con il Napoli, dominatrice a Bologna. In generale, meno possesso palla orizzontale, più verticalizzazioni rapide, terzini senza ali e attaccanti con la retromarcia. Per sintetizzare, Luis Enrique meno talebano e più intelligente. Se la conversione è definitiva, la Roma può diventare una cartaccia per le (altre) grandi.
2 Il ritorno al gol di Totti.
Ancora a secco dopo 16 giornate, mai successo in carriera. Però quando è sano fa ancora la differenza ed è utile alla causa. Il gol arriverà presto, nel suo caso non è una frase fatta. Si è chiarito con Luis Enrique e anche con la dirigenza. Dietro quello sfogo pre-natalizio («Se sono un problema, posso anche andare via»), non c'erano solo gli insulti dei tifosi, ma l'ennesimo scontro tra il suo factotum Vito Scala e Franco Baldini, con la permanenza alla Roma del primo in bilico per qualche ora. E conseguente scorno di Francesco Totti, poi rientrato.
3 Il contratto di De Rossi.
Firma o no? La telenovela va avanti da mesi, tra due giorni il centrocampista potrebbe accordarsi liberamente con altri club, più va avanti il tormentone più può avere effetti negativi sul suo rendimento. Al rientro dalle ferie, Baldini riavvierà la trattativa con Sergio Berti. La proposta della Roma è nota: quinquennale da sei milioni premi compresi. La volontà di De Rossi, invece, non è ancora chiara: sposarsi con la sua città o scappare con l'amante? Intanto Sabatini vorrebbe cautelarsi con Casemiro, hai visto mai...
4 L'esplosione di Lamela.
Che l'argentino sia un potenziale crac per il calcio italiano lo annunciano in molti. Ha 19 anni, la vita davanti, ma già un presente di bellezza e concretezza. Utilizzato attaccante e trequartista, nelle elucubrazioni di Luis Enrique c'è un suo impiego a centrocampo. Se esplode, fa il botto pure la Roma.
5 La crescita di Bojan.
Lo chiamano il folletto buono. Per ora, buono solo a «svoltare» un paio di partite dalla panchina. Tutto qui l'ex campioncino del Barcellona? Il 2012 giura sarà il suo anno: riuscirà a dimostrare che anche da titolare regge il confronto con Lamela? Potrebbe rivelarsi il vero acquisto di gennaio.
6 Il contributo della vecchia guardia.
Senatori alla riscossa nelle ultime partite, continueranno così? Almeno quelli coinvolti dal progetto Luis Enrique: Juan ringiovanito, Taddei riciclato, Simplicio riemerso dal sottoscala. Cassetti e Perrotta vivacchiano, manca all'appello David Pizarro, ma ci ha messo gli occhi addosso la Juventus.
7 L'amalgama tra giovani e vecchi.
Questo punto è figlio del precedente: se i giocatori stagionati fanno il loro, ne guadagnano anche quelli più freschi ma meno esperti. È la miscela perfetta invocata dalla nuova proprietà.
8 Il mercato di gennaio.
Walter Sabatini ha due richieste di Luis Enrique da esaudire. La prima: sfoltire la rosa. La seconda: puntellare la squadra con un centrocampista di peso e, se avanzano soldi, un difensore che rimpiazzi Burdisso. La prima somiglia ad un'impresa, anche se liberarsi di Borriello e (forse) Pizarro è già tanta roba.
9 L'aumento di capitale.
Il piatto piange, servono liquidi. Il 31 gennaio l'assemblea degli azionisti varerà una ricapitalizzazione da almeno 50 milioni: serviranno a pagare gli arretrati e varare i primi investimenti societari.
10 L'avanzata di Jim Pallotta.
Atteso come un Messia e i suoi soldi (e competenze) come manna dal cielo. Lui è l'uomo che forse cambierà la storia della Roma.