10/12/2011 10:12
Dallaltra la Juve capolista mai sconfitta finora in campionato, che viaggia col vento in poppa ed è in un momento di grazia nel quale tutto gira per il verso giusto e dove i gregari diventano fenomeni assoluti. Opposti, palesemente, anche i due allenatori che sono comunque quelli che stanno proponendo le novità più interessanti in questo campionato anomalo che ha solo iniziato a dettare le sue priorità. A Luis Enrique manca forse la flessibilità, e la concretezza di Conte arrivato a Torino per stravolgere tutto, spaccare il mondo, ma si è poi adeguato al materiale che ha trovato sapendo cambiare in corsa. Inizialmente non voleva Marchisio perché sosteneva che lui e Pirlo non potessero giocare insieme, ma strada facendo si è ricreduto e ha impostato la squadra proprio attorno ai due.
Così come le certezze su quel 4-2-4, mollato immediatamente, perché non si addiceva al suo gruppo ripiegando su un più concreto 4-3-3. Luis Enrique continua invece a faticare ad applicare il suo modulo e le sue idee a questa nuova realtà. La Roma esprime un buon gioco, ma solo a sprazzi e la continuità non è stata certo la sua carta vincente finora:per non parlare della concentrazione e della responsabilità dei suoi giocatori in campo. I continui cambi di uomini (15 formazioni diverse in 15 partite) e il numero più alto della serie A in fatto di giocatori utilizzati (28), stanno li a dimostrarlo.
La Juve di uomini ne ha mandati in campo 20 in 13 partite: e i risultati al momento danno ragione a Conte. Nessuno allinterno del fortino di Trigoria ha certezza di giocare e in molti casi anche in quale ruolo. La squadra sta accusando probabilmente anche questa insicurezza: ma Luis Enrique è così, stakanovista del lavoro e integralista in fatto di movimenti e ruoli in mezzo al campo. Ma allinsegna del tutti possono fare tutto, della «rotazione democratica», rischia di perdere il filo del discorso. Sarà comunque una sfida da grandi numeri, la prima trasmessa in 3D del campionato italiano, con una pressione mediatica da finale di Champions: 530 i giornalisti accreditati da tutto il mondo. Per i giallorossi sarebbe loccasione giusta per rimettersi in pace con il mondo.