07/12/2011 11:36
Però chiedo anche la possibilità di sbagliare senza per questo essere trattato da "bimbo confuso". Ho 21 anni e il fatto di essere un calciatore, di guadagnare bene e di essere famoso, purtroppo o per fortuna, non mi ha fatto diventare improvvisamente adulto e responsabile. Sono un ragazzo fortunato, ma come i miei coetanei voglio avere il tempo di crescere. Rivendico le attenuanti concesse a tutti i ventenni anche se gioco a calcio. Questo sport mi dà tanto: soldi, gloria, per i tifosi sono un idolo, ma non regala saggezza o maturità. Sono sempre un ragazzo di ventuno anni, con tutti i miei pregi e i miei difetti. Non abbiate fretta, datemi il tempo di crescere. A me come a tutti gli altri giovani che giocano in A. Ci sarà tempo per massacrarci.
E' col mio entusiasmo da ragazzo che sono voluto venire a Roma. Un gruppo di cui volevo far parte perché credo nel progetto societario e credo, come il resto dei miei compagni, nel progetto tecnico di Luis Enrique. Non è stata una scelta di ripiego, bensì voluta e ben ponderata. La difficoltà di trovare spazio a Barcellona è risultata evidente nel corso dell'ultima stagione ma quanti sono i calciatori che troverebbero facilmente spazio nel Barça dei sogni? Tanta la voglia di giocare e far vedere le mie capacità che ho deciso di guardarmi intorno. E vi prego non paragonatemi a Messi. Lui è un fenomeno unico, non è giusto fare paragoni: se Lionel è il parametro, nessun ventenne può giocare al calcio.
La Roma non è stata l'unica società a farsi sotto: Chelsea, Tottenham e Psg mi hanno fatto offerte anche superiori dal punto di vista economico, ma io volevo la Roma. Un progetto in cui credo, anche nel momento di massima difficoltà, anche nel momento in cui sono stato tradito dal mio istinto, quello che tante volte mi aveva aiutato facendomi trovare al posto giusto nel momento giusto, quello stesso istinto che mi, sono convinto, mi ha fatto fare la scelta giusta nello scegliere Roma. L'istinto dei ventenni. Grazie