20/12/2011 08:26
Perché se Luis Enrique, con aggiustamenti tattici e coinvolgimenti individuali, sta insistendo sulla sua proposta che non prescinderà mai da un costante atteggiamento offensivo e da un discreto numero di interpreti di qualità, non si può trascurare comelasturiano abbia dato spazio
più alla vecchia guardia che agli acquisti dellultimo mercato.Delle 11 novità di questestate, solo 4 in campo dallinizio: Stekelenburg, Heinze, Lamela e Osvaldo. In campionato era accaduto solo una volta, con il Siena allOlimpico: 1 a 1 deludente, ma i 4 in quel caso erano Kjaer, Josè Angel, Pjanic e Osvaldo. Questultimo lunico presente nei due match e non a caso a segno sia il 22 settembre che domenica sera contro il Napoli.
Nelle due gare di Europa League contro lo Slovan Bratislava, per la verità,i nuovi erano stati solo tre: Stekelenburg, Josè Angel e Bojan. Gli altri, a parte Lamela che era infortunato, dovevano ancora arrivare.
La svolta di Luis Enrique, insomma,più che nel sistema di gioco è nei singoli. Sale la media delletà dei titolari, addirittura 28,8anni (record stagionale, ma a 28 era già arrivata nelle gare contro il Siena e la Fiorentina),anche perché sono 5 gli over 30 utilizzati contro il Napoli: Juan (32), Taddei (31), Heinze (33), Simplicio (32) e Totti 835). In pratica mezza squadra. Bisogna, però, al tempo stesso ricordare una frase che spesso lasturiano ha ripetuto in questi suoi cinque mesi da tecnico giallorosso:«Io non guardo mai alla carta didentità dei giocatori».
E, però, esagerato parlare di metamorfosi. Perché Luis Enrique si è presentato al San Paolo senza cinque calciatori da considerare titolari: Burdisso, Kjaer, Pjanic, Gago e Borini. Solo il primo è over 30. Ma di sicuro fa un certo effetto vedere solo 4 nuovi su 11 nella formazione base.Nel derby erano stati addirittura 8. I tre della vecchia guardia impiegati contro la Lazio: Rosi, Perrotta e De Rossi. Tre anche contro il Lecce: Rosi,Taddei e De Rossi che hanno partecipato pure al successo del San Paolo.Questo per dire chelasturiano comincia ad avere alcuni punti di riferimento. Tra questi Totti, come ha chiarito in pubblico al San Paolo. Del resto
nelle 8 gare senza il capitano, la Roma ha collezionato 5 delle sue 6 sconfitte in campionato.
Ma oltre a Totti, non si può trascurare lutilità di Taddei, usato sia a destra che a sinistra e soprattutto in un ruolo inedito, e il rilancio di Simplicio, il centrocampista che fa gol pesanti e che ha conquistato definitivamente
Lucho nella sfida contro la Juve, con tanto di richiesta istantanea a Sabatini di toglierlo dal mercato. Taddei ormai è titolare, Simplicio è almeno il primo cambio (a Napoli la seconda gara dallinizio in campionato, dopo le due in Europa League). I due brasiliano si sono uniti a Greco, promosso già a Riscone.
Adesso va di moda dire che Luis Enrique si è italianizzato. «Mi preoccuperei se fosse così» la sua provocazione alla vigilia della gara di Napoli, dove la Roma almeno per un tempo si è comportata come pretende lasturiano.«Mi è piaciuta la squadra nella prima parte». Anche perché ha visto il solito possesso palla, 57 per cento, e la netta supremazia nella pericolosità
(alla fine 69,9 per cento). Non è rimasto soddisfatto del tiqui-taca nella ripresa: 41 per cento (in assoluto il Napoli, costretto a rimontare, ha chiuso con il 51).
«Fondamentale è alternarlo con le verticializzazioni per non far capire agli avversari lopzione che scegliamo» ha chiarito. Per dimostrare che il suo resta un calcio offensivo(17 le conclusioni contro il Napoli: 6 in porta) ha inserito Bojan, un attaccante,sul 2a 0,per Lamela, unaltra punta. Largentino è, per i minuti giocati, il terzo tra i diciannovenni più impiegato del nostro campionato, dopo Merkel e Aquah. Ma ha debuttato, colpa
dellinfortunio, solo alla settima partita del torneo, il 23 ottobre contro il Palermo. Per ricordare che ai giovani di prospettiva Lucho non rinuncer mai.«Nessuno si allena come lui». Ecco perché è titolare.