La Roma cambia, ora difende

14/12/2011 09:52

 
LA PREPARAZIONE - Ha studiato meglio l’avversario? No, questo no. Luis Enrique passa giornate intere a visionare i dvd delle squadre che via via affronta: niente novità, in questo. La differenza è che stavolta ha riconosciuto la superiorità - almeno momentanea - della e ha provato a contenerla, prima che ad attaccarla. I colloqui infrasettimanali con i dirigenti, da Baldini a , lo hanno convinto ad ammorbidire certe sicurezze intangibili: la «proposta» di calcio non va necessariamente di pari passo con gli eccessi del possesso palla e della supremazia territoriale (lunedì sera, non a caso, tutti e due i valori erano a favore della ). A volte, può essere più saggio appoggiarsi agli errori dell’avversario.(...)
 
LE MOSSE - Dalla preparazione della partita si è arrivati alle mosse che hanno sorpreso : 1) in pressing fisso su Pirlo, che ha giocato forse la peggiore partita del suo campionato. Nello svolgere questo compito, ha perso brillantezza e pericolosità ma ha minimizzato i pericoli di un’arma fondamentale
della ; 2) Osvaldo e Lamela larghi sulle fasce, a supportare gli esterni nel testa a testa contro le coppie juventine: Pepe-Lichsteiner da una parte, Chiellini-Estigarribia dall’altra avrebbero creato più danni se la Roma li avesse affrontati con il classico “rombo” di centrocampo; 3) il doppio mediano, inedito assoluto: al debuttante Viviani, Luis Enrique ha affiancato quasi sulla stessa linea Greco, per rispondere in parità numerica alla sostanza di Vidal e Marchisio. 4) Totti centravanti vero, punto di riferimento offensivo della Roma anche quando la attaccava; tralasciando il rigore sbagliato (il numero 18 della carriera) e l’occasione fallita nel finale, è stato il giocatore della Roma più cercato dai compagni (40 passaggi) e, soprattutto nel secondo tempo quando le squadre si sono allungate, ha guadagnato in efficacia. (...)
 
SODDISFAZIONE - Alla fine, a Luis Enrique è piaciuto molto l’equilibrio tra le due fasi: costruzione e ripiegamento, non per forza in quest’ordine. I dirigenti, invece, hanno apprezzato il comportamento dei giocatori, che nei fatti e non nelle parole hanno dimostrato di essere fedeli all’allenatore. A Trigoria inoltre hanno notato che la Roma ha rafforzato una delle sue principali qualità: fare giocare male le squadre avversarie. (...) Con risultati differenti, ovvio, ma un disegno coerente. Un inizio per sperare.