Luis, è il momento della verità

01/12/2011 09:14



Anche Capello, ad esempio, che al suo primo anno alla guida della Roma arrivò sesto avendo a disposizione una rosa più forte di quella che con Zeman era arrivata quinta l’anno prima. E chissà se i tanti che oggi sono d’accordo con lui quando dice che non bisognava rendere pubblica la lite Osvaldo-Lamela magari sono gli stessi che in passato dicevano che non ha senso nascondere le cose, dato che si vengono a sapere lo stesso (come peraltro sarebbe accaduto anche in questo caso). C’è un uomo al comando e non è solo, anche se il comunicato sottolineava il fatto che la decisione di sospendere Osvaldo fosse stata presa dall’allenatore. E’ così e la società sta con lui. Non avrà i poteri di un manager all’inglese, ma quasi. E viene dal calcio spagnolo. Dice: ma qui siamo in Italia. Ma chi lo dice pensa forse che negli ultimi anni il calcio italiano sia superiore a quello inglese e/o a quello spagnolo? E’ solo un’altra delle tante argomentazioni lanciate nel mucchio per dare fastidio. Quasi come i nomi di improbabili allenatori pronti a subentrare. Cominciano ad essere prevedibili, peraltro. Se a Firenze dovesse andar male, sarà colpa

di Luis Enrique che non ha fatto giocare Osvaldo
. Una notizia: finora la Roma ha perso 5 partite, in tutte e 5 Osvaldo ha giocato, in 4 di queste dall’inizio. Poi c’è una classifica da migliorare e questo non è affatto secondario. Alle porte c’è una partita da vincere a Firenze e una serie difficile appena iniziata. Nessuno più di Luis Enrique vuole che la Roma torni a far punti e anche per questo ha voluto concedere un giorno di riposo ieri. Dopo tanta tensione, meglio per tutti staccare un po’. Quasi per tutti, dato che lui si è presentato comunque a Trigoria per lavorare. Qualcuno ha anche ricamato sul fatto che non sia stato invitato alla cena. Perché, Spalletti veniva forse invitato quando di cene se ne facevano una a settimana e si vincevano 11 partite consecutive? E chi fa una cena con i colleghi invita forse il capo? Un buon capo non deve essere amato, deve essere stimato. Luis Enrique lo è anche perché non fa figli e figliastri e non si fa scrupoli, se lo ritiene giusto, a punire Osvaldo o a mandare in panchina Bojan.



Oggi si ricomincia, i giocatori non hanno solo sigillato la pace con la cena dell’altra sera, che peraltro non è stata organizzata né da Osvaldo né da Lamela perché l’episodio era già superato, ma hanno la stessa voglia di riscatto del suo allenatore. Domenica è il momento della verità, il momento di dimostrare che anche andando a cena insieme non passa la fame.